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Da ieri ad oggi, le paillettes brillano ancora in passerella e outdoor: la loro storia

Vestito dorato

Glam, rock, eleganti e talvolta persino casual: nessuno sa essere più trasformista delle paillettes, che incantano dalla notte dei tempi.

Tra le tendenze shine avvistate sulle passerelle e alle kermesse, non sono mancate quasi mai all’appello gli abiti in paillettes. Pur se sfidati costantemente dai cristalli, sono quei piccoli dischetti luminosi amati dalla notte dei tempi a far sognare le star e anche noi, che nell’armadio ogni anno ci ritroviamo sempre un dress o un outfit impreziosito dalle paillettes.

Se qualcuno penserà che questo trend scintillante è figlio magari degli anni ’80, quando la voglia di luccicare e i vestiti appariscenti la facevano da padrona, dovremo smentirvi: perché le paillettes si difendono bene in verità dai tempi degli antichi Egizi, quando il loro compito era ostentare la ricchezza e valorizzare la bellezza dei faraoni.

Paillettes sui vestiti: dall’antico Egitto agli anni ’30, divinità e divi

I primi prototipi di paillettes naturalmente non bisogna immaginarli come quello che vediamo oggi: erano per lo più dei dischetti metallici che somigliavano a monetine e che sono state ritrovate nel 1922 nella tomba del giovane faraone Tutankhamon, cucite sul suo abbigliamento come simbolo di ricchezza e prosperità. Dovevano piacere così tanto agli uomini di alto rango che Leonardo Da Vinci aveva progettato una macchina che sarebbe servita proprio per produrle in serie e velocemente, una bozza che non riuscì a portare a termine.

Nel ventesimo secolo le paillettes diventano la passione di donne ricche e attrici teatrali, che le sfoggiano sui loro abiti da sera: gli anni ’30 sono un vero e proprio vezzo dell’abito da scena oltre che da sera, tanto che una diva non la si riesce ad immaginare senza un abito o un cappellino in paillettes, perché fanno sognare chi le indossa e chi si lascia incantare da dive come Loretta Young o Ida Lupino, ma colei che le renderà friendly lasciando che le indossino anche le non dive è Joan Crawford che le indossa su un abito semplicissimo in panno di lana.

Dal metallo alla plastica: gli outfit luccicanti diventano pret a porter

Quando le paillettes sono state prodotte con la cellulosa c’è stata la seconda svolta, che ha permesso di rendere la paillettes stessa pret a porter. I primi dischetti in metallo iniziarono ad essere troppo pesanti, così si passò alla gelatina animale che le rendeva persino commestibili, da bucare ogni volta con l’ago.

Poi negli anni ’50 e ’60 con l’arrivo della cellulosa per la pellicola da film, lo sceneggiatore Herbert Lieberman pensa di utilizzare lo stesso materiale anche per le paillettes, un esperimento che dura poco dal momento che il materiale pur donando lucentezza è infiammabile. Il desiderio però di indossarle si fa sempre più imperante, quando a farne spettacolo nel corso degli sono David Bowie e Michael Jackson, che ne fanno un vero cult del fashion: alle paillettes toccherà stare al passo con i tempi ed essere prodotta in plastica: meno scintillante, ma sicuramente più maneggevole e morbida, così da poter essere cucita praticamente su tutto.

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ultimo aggiornamento: 15 Ottobre 2021 23:10

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