La modifica della preghiera Padre Nostro, voluta da Papa Francesco, entrerà in vigore a partire dal 29 Novembre 2020. Vediamo quali saranno i cambiamenti.
Il Padre Nostro, per come lo conoscono la maggior parte dei Cattolici, cambia. Papa Francesco ha deciso di apportare una modifica nell’invocazione a Dio. L’uso liturgico di questa nuova formula entrerà in vigore a partire dal 29 novembre 2020, prima domenica d’Avvento.
Il cambiamento non è troppo corposo, viene rielaborato un leggero passaggio dicendo “E non abbandonarci alla tentazione“, ma potrebbe essere un piccolo passo verso il rinnovamento della Chiesa Cattolica.
Cambia il Padre Nostro: quali sono le modifiche?
La preghiera del Padre Nostro, conosciuta da molti Cattolici, cambia e si rinnova ponendo fine ad un lungo dibattito che da tempo affligge la Chiesa. Una sola frase: si passerà da “E non indurci in tentazione” a e “non abbandonarci alla tentazione”.
La riflessione che i vescovi hanno voluto fare riguarda la traduzione che è stata fatta in origine. Una grande schiera di bibilisti, latinisti e teologi hanno lavorato ad una nuova edizione del messale e hanno concentrato la loro attenzione soprattutto sul Padre Nostro.
L’invocazione a Dio “non indurci in tentazione” appariva ai fedeli, e a Papa Francesco stesso, contraria al vero significato della preghiera stessa, facendo sembrare Dio un padre capace di far cadere in tentazione i propri figli, visione molto lontana dalla vera essenza del divino nella religione Cattolica.
Questa nuova traduzione va a recuperare la dimensione paterna di una figura divina che non abbandonerebbe mai l’uomo, nemmeno nel momento di forte tentazione.
Papa Francesco è da sempre considerato un Pontefice rivoluzionario, nel 2015 si era battuto sulla disparità tra donne e uomini, mentre ora decide di approvare la modifica ad una delle preghiere più importanti della Chiesa Cattolica.
Diatribe sulla traduzione del Padre Nostro
La nuova riforma si è resa necessaria per dare più fedeltà alle vere intenzioni espresse dalla preghiera di Gesù. La traduzione latina dal greco riporta il verbo inducere, fai che avvenga.
Per quanto riguarda la concezione di Dio nella religione Cattolica, questo verbo risulta stridere con l’idea di protezione che dovrebbe dare. Un padre non spingerebbe mai il proprio figlio verso gli errori e questo vale anche per il divino.
La traduzione “non indurci in tentazione” risultava poco fedele e questo ha portato le alte cariche ecclesiastiche a fare molte discussioni e riflessioni a riguardo. L’idea che si vuole esprimere con questo cambiamento è che Dio è buono, ci aiuta a non cadere in tentazione, perché ci protegge dal male e vuole solo il nostro bene.
Questa nuova versione verrà introdotta nel Messale dopo Pasqua, in attesa di essere utilizzata ufficialmente a partire dalla prima domenica di Avvento.