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Olimpiadi di Tokyo: Mimì Ayuhara e la vera storia dietro l’anime

La storia di Mimì Ayuhara e la Nazionale di pallavolo alle Olimpiadi di Tokyo non è un racconto di finzione, ma prende spunto da una realtà ben più infuocata. Di seguito la vera storia dietro l’anime.

Conoscete la vera storia di Mimì Ayuhara e le Olimpiadi di Tokyo? Le protagoniste dell’anime giapponese Mimì e la Nazionale di pallavolo, che vedeva al centro della storia le streghe d’Oriente (le atlete) e il loro allenatore, soprannominato Demone, sono realmente esistite. Di seguito vi raccontiamo la vicenda reale della squadra, costretta ad allenamenti infuocati e dolorosi fino a notte tarda.

Mimì Ayuhara e le Olimpiadi di Tokyo del ’64

La vera storia di Mimì Ayuhara inizia nel 1953, quando i proprietari della Dai Nippon Spinning Co., una fabbrica di Osaka, danno vita a una sua squadra di pallavolo, composta prevalentemente delle operaie dello stabilimento. L’intento è quello di farsi conoscere a livello mondiale, e la squadra ci riesce grazie ai duri allenamenti di Hirofumi Daimatsu, l’allenatore, nominato dai più “Demone Daimatsu”, dai metodi poco ortodossi. La vera Nazionale di pallavolo giapponese si è distinta sin da subito per le numerose vittorie – ben 24 consecutive -, in Europa. Proprio per questo al gruppo di giocatrici è stato dato il nome di “le Streghe d’Oriente“.

Ragazza che gioca a pallavolo
Ragazza che gioca a pallavolo

L’allenamento massacrante

Qualche mese prima delle Olimpiadi di Tokyo ’64, alle quali hanno partecipato anche Mimì Ayuhara e la sua squadra, un giornalista di Sports Illustrated, dopo aver visto un loro allenamento, ha raccontato la realtà dei fatti. L’articolo riporta che gli allenamenti massacranti iniziavano alle 16.00 del pomeriggio, mezz’oretta dopo aver finito il turno in fabbrica (dalle 08:00 alle 15:30), e finivano a tarda nottata. Nessuna delle giocatrici tornava a casa: si fermavano a dormire in un dormitorio della fabbrica, per poi ricominciare da capo la mattina seguente.

Durante le esercitazioni, se un componente della squadra si faceva male, l’allenatore non le manda a dire. Lo stesso cronista di Sports Illustrated ha rivelato che in un’occasione una giocatrice si è tuffata a terra – un allenamento che serviva per bloccare l’attacco avversario prima che la palla toccasse il suolo – e si è fatta molto male a una spalla. Dopo essersi avvicinato a lei, distesa sul pavimento, Daimatsu le avrebbe detto “tornatene a casa da tua madre, qui non ti vogliamo.” Insomma, l’anime già la diceva lunga sulla realtà…

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ultimo aggiornamento: 29 Luglio 2021 10:48

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