Occupazione femminile in Italia: una donna su due non lavora

Occupazione femminile in Italia: una donna su due non lavora

Non sono affatto rasserenanti i dati che riguardano l’occupazione femminile in Italia.

Gli ultimi studi sull’argomento, come dimostrano anche i dati Istat relativi ai primi sei mesi del 2019, mettono in evidenza che una donna su due in Italia non lavora. Una situazione davvero preoccupante, visto che i dati negativi in questo senso riguardano, dopo il nostro Paese, in Europa soltanto la Grecia. I fattori che conducono ad una situazione del genere sono molti. Soprattutto le indagini mostrano come ci siano pochissimi servizi per la prima infanzia e come quanto i servizi di supporto alla famiglia siano insufficienti nel nostro Paese. Inoltre il problema sarebbe legato al fatto che in Italia non ci sono programmi post maternità adeguati per il reinserimento della donna nel mondo del lavoro dopo la nascita di un figlio.

La chiave di tutto è rappresentata dalla formazione

Come si può risolvere la situazione e generare un’inversione di tendenza riguardo all’occupazione femminile? Gli esperti rispondono che bisognerebbe puntare sulla formazione. Per esempio frequentando corsi di inglese a Roma o in un’altra città italiana si potrebbero acquisire delle competenze maggiori per poter favorire il reinserimento nel mondo del lavoro anche dopo la maternità.

Ma la formazione costituisce un campo molto complesso, anche perché le ultime ricerche dimostrano che non è molto alta in Italia la percentuale dei laureati. Eppure i risultati di varie ricerche mettono in evidenza che la quota di donne laureate oggi supera quella relativa agli uomini.

La laurea è un fattore importante per trovare lavoro. Ecco perché gli esperti raccomandano di generare una situazione di equilibrio tra lavoro aziendale e welfare pubblico, in modo da aiutare le donne a gestire nel miglior modo possibile sia la loro vita personale che quella familiare.

In ogni caso resta fondamentale il percorso di formazione portato avanti, che permette di acquisire quante più capacità possibili, per riuscire a trovare più facilità nella ricerca e nel rintracciare una situazione professionale che sia soddisfacente e che corrisponda al grado di competenze acquisite dalle donne.

Quanto guadagnano le donne in Europa

Abbiamo già detto che il campo della formazione è davvero molto complesso da analizzare, perché non c’è soltanto un allarme che proviene dal fatto che l’occupazione femminile risulti in negativo. Non soltanto in Italia una donna su due non lavora, ma c’è un margine di guadagno diverso fra donne e uomini, una situazione che non riguarda soltanto il nostro Paese, ma coinvolge tutti i Paesi europei.

Le recenti ricerche che sono state condotte su questo argomento hanno dimostrato che le donne in Europa guadagnano il 16% in meno rispetto agli uomini.

Per quanto riguarda i dati specifici che riguardano l’Italia, la differenza, in positivo per gli uomini e in negativo per le donne, corrisponde al 7,8%.

Tutto questo sembra in contraddizione con il fatto che nel nostro Paese vi è una presenza maggiore di donne in posizione che implicano ruoli più qualificati. Gli esperti infatti ritengono che proprio in questi campi si potrebbe intervenire per migliorare la situazione dell’occupazione femminile.

Ad esempio fanno ben sperare i settori legati alle competenze digitali. Si è visto da questo punto di vista che la differenza a sfavore delle donne rispetto agli uomini in questo campo è pari al 5,6%, di due punti meno rispetto alla media.Ci sono invece altri settori in cui il divario di genere continua a restare a percentuali molto più alte. In particolare vanno segnalati in questo senso il settore dell’industria, con una percentuale di differenza che corrisponde al 10,8% e quello legato alla finanza, con un divario di genere del 9,4%. Una situazione sicuramente migliorabile, che risolverebbe tanti problemi legati all’occupazione femminile.