Regole anti Covid: cosa è cambiato con il nuovo governo Meloni

Regole anti Covid: cosa è cambiato con il nuovo governo Meloni

Dal reintegro dei medici non vaccinati alle novità nella comunicazione dei dati: come cambiano le regole anti Covid con il governo Meloni.

Tra le tante parole dette e ripetute in fase di campagna elettorale dai partiti oggi al governo si è più volte fatto riferimento a una differente gestione dell’emergenza pandemica in Italia. E alle parole sono seguiti velocemente i fatti. A pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo, cambiano le regole anti Covid in Italia. Non in maniera radicale, ma già sostanziale.

Se Giorgia Meloni e gli altri membri di Fratelli d’Italia avevano promesso che non avrebbero replicato il modello applicato dal precedente governo, si può dire che per ora siano stati di parola. Le misure finora applicate, “le più restrittive dell’intero Occidente“, secondo Meloni, sono infatti destinate a sparire, probabilmente anche a fronte di un peggioramento dei dati. Ecco intanto cosa è cambiato nel concreto.

Regole anti Covid: reintegrati i medici no-vax

Una delle prime misure, peraltro non priva di critiche, presa in esame e probabilmente in arrivo nelle prossime settimane, riguarda il reintegro in servizio del personale sanitario sospeso per non essersi sottoposto al vaccino.

vaccino

Senza voler fomentare un clima di “caccia alle streghe”, almeno nei confronti di questi professionisti, il governo ha approvato un decreto legge per anticipare la fine dell’obbligo vaccinale del personale sanitario. La precedente scadenza era il 31 dicembre, ora è diventata il 1° novembre. Da oggi, 2 novembre, anche i medici o gli altri lavoratori sanitari non vaccinati possono rientrare in servizio. Una misura che permette di recuperare quattromila persone “ferme ai box”, in un momento in cui il settore è evidentemente sotto organico, secondo le parole di Giorgia Meloni.

Cambiano le regole sulle mascherine?

Ovviamente quella del reintegro è solo una delle misure prese dal nuovo esecutivo. Con un’ordinanza, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha infatti deciso di prorogare l’obbligo di utilizzo delle mascherine negli ospedali e nelle strutture sanitarie assistenziali. Una conferma di una misura che era in scadenza.

bambina mascherina

Negli altri posti di lavoro restano non obbligatori, ma consigliati, i dispositivi di sicurezza individuale. Tuttavia, il nuovo esecutivo sta puntando su un’altra strategia, e starebbe studiando un piano per la ventilazione meccanica in scuole, uffici pubblici e addirittura autobus, per fermare la diffusione del virus senza dover costringere le persone a indossare le mascherine.

Le altre novità nella lotta al Covid

Se quello sulla ventilazione è ancora un discorso ipotetico, già più concreto è il cambiamento nella gestione della comunicazione. Non ci sarà più alcun bollettino giornaliero sui dati dei contagi e delle ospedalizzazioni. Verranno forniti i nuovi dati aggiornati non più quotidianamente ma settimanalmente, il venerdì.

Non conosciamo invece quale sarà il futuro del Green Pass, che dovrebbe in teoria scadere il 31 dicembre 2022 e che potrebbe rimanere valido solo per i visitatori che vorranno entrare nelle strutture sanitarie. Infine, si valutano cambiamenti sull’isolamento domiciliare per i positivi, attualmente previsto di cinque giorni. Potrebbe essere modificato già dalle prossime settimane.

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