Dopo il cambio di nome di AstraZeneca, diventato Vaxzevria, in molti si sono chiesti l’origine dei nomi dei vaccini: ecco tutto ciò che devi sapere.
Pfizer-Biontech e AstraZeneca? Non più. Chiamiamoli Comirnaty e Vaxzevria. Di recente l’Agenzia europea per i medicinali ha accettato il nuovo nome commerciale di AstraZeneca, il vaccino più discusso di questi mesi. Qualcuno ha parlato di scelta dell’azienda per un rebranding in grado di far dimenticare le recenti polemiche. Il processo ha però probabilmente altre origini. Ad ogni modo la notizia ha fatto chiedere a molti da dove vengano i nomi dei vaccini, chi li scelga e perché. Andiamo a scoprire tutto quello che c’è da sapere su questo aspetto curioso della lotta al Covid (e non solo).
I veri nomi dei vaccini
La notizia del nuovo nome di AstraZeneca ha acceso i fari sulla questione dei nomi dei farmaci che il mondo sta utilizzando per combattere il Covid. Qualcuno solo ora ha infatti scoperto che lo Pfizer-BioNTech si chiama in realtà Comirnaty, o anche vaccino Covid-19 mRna BNT162b2, per chi lo preferisce.
Ma tutti i vaccini di cui parliamo ogni giorno hanno in realtà nomi diversi. Quelli con cui li conosciamo sono infatti di solito i nomi delle aziende che li producono. Ad esempio, Moderna è MRna 1273, o anche CX-024414. E va anche peggio con Johnson & Johnson, che può essere individuato da una serie di sigle: Ad25COV2.S, JNJ-78436735, Ad26COVS1 e VAC31518. A questo punto forse è meglio chiamarlo vaccino Covid-19 Janssen, utilizzando il nome dell’azienda che lo produce.
Stesso discorso per AstraZeneca, che fino a poco tempo fa era conosciuto come ZD1222, ChAdOx1 nCoV-19 o ChAdOx1-S, mentre fuori dall’Unione europea qualcuno lo aveva ribattezzato Covishield, utilizzando l’artistica metafora dello ‘scudo contro il Covid’. Da questa trafila si è quindi arrivato a Vaxzevria, nome che troveremo sul bugiardino e il packaging, anche se nella sostanza nulla cambierà.
Da dove vengono i nomi dei vaccini
Scoperti i veri nomi dei vaccini, viene naturale chiedersi da dove vengano. Non esiste in effetti una procedura standard per scegliere il nome commerciale di un farmaco. In genere si prende spunto dal principio attivo o dal carattere distintivo, dal problema o la patologia che aiuta a curare o dai benefici che può portare.
A questi aspetti si aggiunge ovviamente la facile memorizzazione, spesso, e anche la voglia delle case farmaceutiche di differenziarsi dalla concorrenza, per poter diventare maggiormente riconoscibili al pubblico. Nel caso dei farmaci anti-Covid per ora non si è fatto molto caso al nome. Le aziende hanno infatti messo in primo piano la sicurezza del proprio farmaco, e la sua reperibilità. Ora che le cose sembrano essersi stabilizzate, però, l’attenzione agli aspetti di marketing inizia ad aumentare. Ed ecco quindi che potremo assistere in futuro a una corsa verso il nome più cool. O quantomeno accessibile a tutti.