Nancy Brilli, la rivelazione shock: “La Rai mi tiene in esilio da 17 anni”

Nancy Brilli, la rivelazione shock: “La Rai mi tiene in esilio da 17 anni”

Nancy Brilli ha rilasciato un’intervista esclusiva a Chi dove ha raccontato il suo rapporto con la Rai, fra difficoltà e retroscena.

«Il mio ultimo lavoro in Rai risale a 17 anni fa». Basterebbero queste semplici parole per comprendere il dolore e la frustrazione di Nancy Brilli, che nei giorni scorsi è stata intervistata da Chi ed è tornata sull’argomento. Già, perché per chi non se ne fosse accorto, dopo Commesse, la serie di successo in onda dal 1999 al 2002, Nancy non è praticamente mai più stata chiamata per nessun ruolo.

Un tema tornato caldo dopo che l’attrice, nei giorni scorsi, aveva pubblicato un suo provino risalente al 2015 per L’Oriana, serie TV che racconta la vita di Oriana Fallaci, interpretata poi da Vittoria Puccini. Ma quali sono le cause di questo rapporto fra l’attrice e la Rai?

Nancy Brilli e la Rai: l’intervista a Chi

Un esilio che dura oramai da 17 anni, quello di Nancy Brilli, che dopo aver pubblicato un provino per L’Oriana è tornata sull’argomento intervistata da Chi. Ecco le sue parole:

«Ho raccontato come andò quel provino e di quanto sia difficile fare questo mestiere. […] Quello che mi ferì fu il trattamento che mi venne riservato. Mi dissero: “Bello il trucco, ma questi li facciamo anche noi a Tale e quale show”. Per poi aggiungere che ero bravissima, ma troppo popolare e che le donne vere avrebbero faticato a riconoscersi in una come me».

Nancy Brilli

Insomma, un colpo duro l’attrice, che ha sottolineato come quelle critiche fossero talmente dure da sembrare fatte apposta per ferire. Nancy parla di sufficienza, di arroganza, e non solo da parte di uomini ma anche di donne, che una volta arrivati a cosiddetti “piani alti” si montano la testa e pensano di poter dire qualsiasi cosa.

E ovviamente la domanda sorge spontanea. Perché Nancy non ha mai provato a far luce su questo esilio televisivo? In realtà ci ha provato, eccome: «Mi è stato detto che non c’erano ruoli per me. Il vero problema è che oggi si parla sempre più spesso di ruoli prestabiliti. E che a scegliere non sono più i registi, ma funzionari vari o chi per loro».