Vai al contenuto

Mozart Effect, che cos’è: tra scienza e psicologia “popolare”

ragazza cuffie musica ascolto

Che cos’è il Mozart Effect? Scopriamo cosa comporta, nonché le teorie favorevoli e contrarie dei maggiori studiosi di psicologia.

Il Mozart Effect, in italiano Effetto Mozart, è una teoria secondo cui coloro che ascoltano la musica classica del grande compositore hanno la possibilità di aumentare le proprie capacità cognitive. Scopriamo come si è arrivati a questa ‘diagnosi’ e se si tratta davvero di scienza oppure di psicologia “popolare“.

Che cos’è il Mozart Effect?

I primi a parlare di Mozart Effect sono stati i fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher, nel 1993. I due studiosi hanno fatto ascoltare ad un gruppo di volontari la Sonata in re maggiore per due pianoforti di Wolfgang Amadeus Mozart. Durante l’esperimento hanno notato alcuni benefici. Nello specifico, i 36 studenti sono stati fatti ‘immergere’ in tre suoni: il silenzio, il brano di musica classica in questione e le istruzioni di rilassamento. Secondo il loro studio, tutti i volontari hanno aumentato le proprie capacità di ragionamento spazio temporale soltanto durante la Sonata in re maggiore per due pianoforti. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature e, da questo momento in poi, tanti altri studiosi hanno iniziato ad analizzare il Mozart Effect.

E’ in questo momento, però, che sembra essere nato un malinteso inerente alla divulgazione della teoria. Mentre Shaw e Rauscher hanno parlato di aumento della capacità di ragionamento spazio temporale, i risultati del loro studio sono stati interpretati come una maggiorazione del quoziente intellettivo (QI). Pertanto, in molti hanno iniziato a sostenere che ascoltando la Sonata di Mozart si potesse diventare dei piccoli geni.

Effetto Mozart: tra realtà e psicologia popolare

Che la musica abbia un effetto positivo sul corpo e sulla psiche, così come può esserlo la cioccolata, non è una scoperta dei giorni nostri. Ecco perché la maggior parte degli studiosi sono d’accordo nel bollare il Mozart Effect come una “psicologia popolare“. Il motivo è semplice: il merito dell’aumento di dopamina -neutrasmettitore che solleva il tono dell’umore – non è collegato a Mozart, ma ad un qualcosa di piacevole. Pertanto, può essere causato da La Sonata, ma anche da una canzone di Gianna Nannini, così come da un bel piatto di Carbonara o da una sessione di allenamento. Come sempre, tutto dipende dai gusti del soggetto.

Riproduzione riservata © 2024 - DG

ultimo aggiornamento: 16 Febbraio 2022 16:43

Benedetta Rossi diventa… una serie animata: ecco SuperBenny!