Una regola imposta dallo Stato giapponese che prevede l’obbligo dei tacchi sul luogo di lavoro. Così è nato #Kutoo, il movimento femminista che sta facendo il giro del mondo.
Sull’onda del #metoo, il movimento femminista contro le molestie sessuali diventato virale nel 2017, in Giappone ha preso piede un nuovo movimento iper femminista chiamato #Kutoo ed iniziato come molti altri su Twitter. La lotta è partita da un pensiero dell’attrice e modella giapponese Yumi Ishikawa che in breve tempo ha ricevuto un enorme seguito. L’obiettivo del movimento è quello di eliminare la legge che obbliga le donne ad indossare i tacchi sul luogo di lavoro.
Il movimento #Kutoo
Anche con questo movimento le donne sono in primo piano per una lotta femminista contro una regola assolutamente. Secondo la legge giapponese, infatti, tutte le donne sono obbligate ad indossare i tacchi (meglio se di 12 centimetri) sul luogo di lavoro.
Dopo anni di silenzio, finalmente qualcuno ha scelto di agire e la diretta interessata è proprio l’attrice Yumi Ishikawa che ha dato il via ad una petizione online, iniziando da Twitter. La scelta dell’hastag #Kutoo non è stata casuale, ma piuttosto un gioco di parole tra i vocaboli kutsu (scarpe) e kutsuu (dolore).
Una scelta stilistica semplice ed efficace, utile per mandare un messaggio forte non solo al governo giapponese ma anche a tutte le donne. Il successo è stato immediato e dopo poco la sua iniziativa ha fatto il giro del mondo, con moltissime donne che le hanno mostrato solidarietà.
Una regola antica e conservatrice, un po’ come le tradizioni nipponiche, che però inevitabilmente si è trasformata in una regola sessista. “Consideriamo la richiesta delle scarpe alte una forma di discriminazione sessuale, oltre che una forma di molestia“, ha spiegato la fondatrice.
La risposta del governo giapponese
Secondo quanto detto da The Guardian, il governo giapponese avrebbe già archiviato il caso e non sarebbe interessato ad eliminare questa tradizione tipica della regione nipponica. Sarebbe stato proprio il Ministro della Salute e del Lavoro, Takumi Nemoto, a non voler prendere in considerazione la proposta dell’attrice.
Sicuramente dopo questa prima risposta il movimento femminista non si fermerà e anzi sempre più persone in giro si schierano dalla parte di Yumi Ishikawa per mostrare solidarietà.