La notizia del ritiro dell’attore ha colto alla sprovvista tutti, tranne i suoi colleghi che da tempo avevano notato che in Bruce qualcosa non andasse, il Los Angeles Times racconta e raccoglie le loro testimonianze.
Pochi giorni fa, Bruce Willis ha annunciato il ritiro dalle scene a causa dell’afasia. La malattia che lo ha colpito causa la perdita della capacità di comporre o comprendere il linguaggio che rende all’attore difficile lavorare sul set. Nonostante le sue dichiarazioni abbiano sorpreso la stampa e i media, il Los Angeles Times rivela le testimonianze dei colleghi che già da tempo avevano carpito dei segnali di “declino mentale“.
Le testimonianze dei colleghi su Bruce Willis
Bruce Willis ha dichiarato di soffrire di afasia e i suoi colleghi sul set si erano già accorti che qualcosa non andasse in lui. Come riporta TG Com 24, il Los Angeles Times ha rivelato che in Out of Death il regista Mike Burns dichiarava: “Dobbiamo ridurre il copione di Bruce di circa 5 pagine” e ancora: “Dobbiamo anche abbreviare un po’ i suoi dialoghi, fare in modo che non ci siano monologhi“. Jesse V. Johnson ha rivelato: “Era chiaro che non si trattava del Bruce che ho conosciuto. Siamo tutti fan di Bruce Willis. Una fine triste per una carriera incredibile, ma nessuno di noi si sentiva più a proprio agio a lavorare con lui“. La fonte parla della difficoltà dell’attore nel ricordare il suo copione e qualcuno svela anche di aver suggerito le battute durante le riprese. Il suo manager faceva richiesta di ridurre gli orari di lavoro rispetto al normale, insomma un quadro che già dava segnali di qualcosa di negativo.