E’ arrivato il tanto atteso momento del monologo di Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston.
La 73esima edizione del Festival di Sanremo è iniziata, l’evento televisivo più atteso in Italia si svolge dal 7 al 11 febbraio. Il direttore artistico e presentatore, Amadeus, ha invitato non solo Gianni Morandi, ma anche una serie di donne di successo in grado di portare un forte messaggio sul palco dell’Ariston.
Ad aprire le danze è Chiara Ferragni, imprenditrice digitale, icona della moda e modella. L’imprenditrice digitale ha deciso di portare sul palco dell’Ariston un testo scritto da lei. “Non sono nuda ma è un disegno del mio corpo! Il corpo di noi donne non deve mai generare odio o vergogna!” dopo questo breve incipit Chiara Ferragni ha iniziato il suo monologo sul palco dell’Ariston.
Il monologo di Chiara Ferragni
Ecco il video:
“Ciao bimba, ho deciso di scriverti una lettera ogni volta che penso a te mi viene da piangere e non so bene neanche il perchè! Forse perché mi manchi, forse perchè vorrei farti uscire fuori un pò di più!”: inizia con queste parole rivolte a se stessa, alla bambina di un tempo il lungo monologo dell’influencer.
“È una bella sensazione essere apprezzati da milioni di persone. Poi sai, non piaccio proprio a tutti, ma penso di piacere molto a me stessa e questo è un buon inizio. Vuoi sapere qualcosa del tuo futuro? Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per me stessa. Sia quando piangevo in cameretta, che quando sfilavo, c’era un pensiero fisso nella mia testa, non credere abbastanza in me. Ogni volta che ho pensato qualcosa di negativo su di me l’ho pensato anche di te e non lo meriti”.
E continua: “Voglio dirti questo: sei abbastanza, lo sei sempre stata. Tutte le volte che non ti sei sentita abbastanza, lo eri. E sai in quanti momenti sei ancora così? Tantissimi. Questo per esempio, è uno di quei momenti ed è normale che lo sia. Le sfide più importanti sono sempre nella nostra testa e solo con noi stessi”.
Visibilmente commossa ed emozionata Chiara continua rivolgendosi alla se stessa bambina: “Piccola Chiara, parliamo della tua vita: crescendo vivrai qualsiasi tipo di esperienza, momenti densi e meno. Goditi il vento, goditi anche quei momenti, vivili con tutta te stessa, arrabbiati, piangi. Nessuno fa la fila per delle montagne russe piatte, mi ha detto una volta un amico. Aveva ragione lui. Vivile tutte senza paura, la paura, quella brutta sensazione che cerchiamo di cacciare sempre. La sfida più grande sarà sempre contro te stessa, se una cosa ti fa paura è la cosa giusta da fare. Alcune cose le sconfiggerai, altre ti faranno paura per molto tempo. Abbiamo tutti la scritta fragile sulla nostra pelle. Ho due bambini splendidi adesso, la somma perfetta di un sentimento immenso”.
Fa poi un riferimento al marito, Fedez, affermando però che non vuole anticipare nulla alla se stessa bambina, non vuole toglierle la gioia di scoprire il sentimento del grande amore.
“Spesso ti sentirai quasi sbagliata ad avere altri sogni rispetto alla famiglia. La nostra società ci ha insegnato che quando diventi madre, sei solo una madre. Quante volte la società fa sentire in colpa le donne perché, lavorando, stanno troppo lontane dai figli? E quante volte lo stesso trattamento è riservato agli uomini? Mai. Se farai sempre del tuo meglio per i tuoi figli, togliti il dubbio, forse sei una brava madre, non perfetta, ma brava abbastanza. Un consiglio, celebra sempre i tuoi successi, non sminuirti mai di fronte a nessuno. Noi donne siamo abituate a farci piccole davanti a uomini duri. Te lo dice una che ha accettato che un uomo mettesse in giro la voce che l’aveva inventata lui. Se non mostri il tuo corpo sei una suora, se lo mostri troppo sei una t****. Essere una donna non è un limite, dillo alle tue amiche e lottate insieme ogni giorno per cambiare le cose. Io ci sto provando, anche in questo momento”.
“Senti come batte il mio cuore? Riconosci queste emozioni? Ti vorrei abbracciare piccola Chiara, per dirti che alla fine andrà tutto bene e che sì, sono fiera di te”.
Si conclude cosi il commovente monologo di Chiara Ferragni.