Milly Carlucci sulla morte dell’amico Gianni Minà: “Ecco perchè non ne parlo”

Milly Carlucci sulla morte dell’amico Gianni Minà: “Ecco perchè non ne parlo”

Dopo la morte di Gianni Minà, Milly Carlucci ha rotto il silenzio spiegando come mai non ne vuole parlare: ecco cos’ha detto.

Lo scorso 27 marzo è scomparso a Roma all’età di 84 Gianni Minà, grandissimo giornalista, scrittore e conduttore italiano. Moltissimi volti dello spettacolo hanno espresso il loro cordoglio, ma Milly Carlucci, molto amica di Minà, non ha voluto commentare l’accaduto. Nelle scorse ore ha rotto il silenzio, spiegando le sue motivazioni.

Milly Carlucci rompe il silenzio dopo la morte di Minà

Milly Carlucci è stata una grandissima amica di Gianni Minà, nonché co-conduttrice insieme a lui nel famoso programma “Blitz“, andato in onda su Rai2. Tutti si aspettavano quindi un messaggio di cordoglio da parte della conduttrice nei confronti del giornalista scomparso lo scorso 27 marzo. Per giorni interi, però, non è arrivato alcun commento da parte sua.

Nelle scorse ore, Milly Carlucci ha spiegato sui social i motivi del suo silenzio: “Ho saputo della morte di Gianni Minà ieri sera ed è da ieri sera che mi chiedono di parlare della nostra amicizia, del nostro rapporto lavorativo, di quello che è stato. Io ho detto di no a tutti non per mancanza di sensibilità o di affetto verso Gianni e Loredana per cui provo un affetto enorme, ma proprio perché non me la sento. È una cosa che è molto personale ed è molto profonda e secondo me deve rimanere così, nei messaggi che io mi scambio con Loredana, con la famiglia e nei ricordi personali“.

La conduttrice ha quindi preferito sentire la famiglia di Gianni Minà privatamente, essendo stato un rapporto molto personale quello tra lei e il giornalista. Ha poi proseguito dicendo: Gianni mi ha insegnato tantissimo, ho avuto la fortuna di essere scelta da lui per Blitz, uno dei programmi più belli che si siano mai visti in Rai. Ha saputo portare e intervistare dei personaggi stratosferici e ha insegnato a me e a tanti a fare questo tipo di giornalismo, d’attacco e di passione“.