Al Teatro alla Scala di Milano sta per andare in scena la prima opera della stagione 2022/2023: tra le polemiche, ci sarà il Boris Godunov.
Milano è in gran fermento, non solo per l’arrivo dei festeggiamenti di Sant’Ambrogio ma anche per la Prima alla Scala. Il teatro meneghino inaugurerà la stagione teatrale 2022/2023 con il Boris Godunov, opera che ha già suscitato parecchie polemiche. E’ per questo che il sovrintendente Dominique Meyer ha rotto il silenzio.
Milano, Prima Scala 2022: la stagione dell’Opera si apre con il Boris Godunov
Mercoledì 7 dicembre, il giorno esatto della tanto attesa festa di Sant’Ambrogio, va in scena la Prima al Teatro alla Scala. La stagione teatrale 2022/2023 si apre con il Boris Godunov di Modest Petrovič Musorgskij. L’opera, suddivisa in prologo, nucleo ed epilogo, narra la storia dell’omonimo zar della Russia: dalla proclamazione alla crisi, passando per la sua vita familiare. Alla Prima della Scala si esibiranno:
- Ildar Abdrazakov (Boris Godunov)
- Lilly Jørstad (Fëdor)
- Anna Denisova (Ksenija)
- Agnieszka Rehlis (la nutrice di Ksenija)
- Norbert Ernst (Vasilij Šujskij)
- Alexey Markov (Ščelkalov)
- Ain AngerGrigorij Otrepev Dmitry Golovnin (Pimen)
- Stanislav Trofimov (Varlaam)
- Alexander Kravets (Misail)
- Maria Barakova (l’ostessa della locanda)
- Yaroslav Abaimov (Jurodivyi)
- Oleg Budaratskiy (il capo delle guardie Pristav)
- Roman Astakhov (l’uomo del popolo Mitjucha).
L’orchestra sarà diretta dal maestro Riccardo Chailly. La Prima alla Scala di Milano, per quanti non avranno la possibilità di accedere al Teatro, sarà trasmessa in diretta su Rai1 e in streaming su RaiPlay.
Milano: le polemiche sulla Prima alla Scala 2022
La scelta dell’opera per la Prima alla Scala 2022 ha scatenato diverse polemiche. Considerata la guerra in corso in Ucraina, iniziata per volere del presidente russo Vladimir Putin, in molti hanno criticato la decisione di mandare in scena Boris Godunov. Dominique Meyer, sovrintendente del teatro meneghino, ha dichiarato: “Con ‘Boris Godunov’ non facciamo propaganda al presidente russo Vladimir Putin, c’è differenza tra la situazione politica attuale della Russia e un grande capolavoro della storia dell’arte. Non c’è niente in questa presentazione che vada contro l’Ucraina. Abbiamo preso una decisione ragionevole: bisogna leggere il libretto dell’opera, non fa apologia del regime ma piuttosto il contrario“.