Maria Falcone replica alla Boccassini: “Smarrito qualunque senso del pudore”

Maria Falcone replica alla Boccassini: “Smarrito qualunque senso del pudore”

Arriva la dura replica di Maria Falcone, sorella del magistrato, al libro di memorie scritto da Ilda Boccassini, La stanza numero 30, in cui l’autrice parla della sua relazione con Giovanni Falcone.

Chiede rispetto Maria Falcone. Innanzitutto rispetto della sfera intima e privata di persone che, purtroppo, non ci sono più. La sorella del magistrato Giovanni Falcone dice la sua sulla vicenda Boccassini e le polemiche esplose negli ultimi giorni in seguito alla pubblicazione del romanzo autobiografico La stanza numero 30, in cui Ilda Bocassini racconta la sua relazione con Falcone

E’ indignata, Maria Falcone. Motivo per cui ha deciso che non poteva mantenere il silenzio di fronte a una vicenda che ha vissuto come una violazione profonda. Suo fratello Giovanni Falcone, aggiunge Maria, non avrebbe gradito questa intromissione nella privacy. “Mi pare si sia superato il limite del pudore,” afferma Maria Falcone.

La sorella di Falcone sottolinea che il magistrato e la moglie Francesca Morvillo sono stati uccisi per tutelare la democrazia nel nostro Paese, e non meritano certo di essere ricompensati così, con pettegolezzi e scenette di second’ordine.

La lettera di Maria Falcone

Maria Falcone ha scritto di suo pugno una lettera indirizzandola al quotidiano “La Sicilia” diretto da Ottavio Capellani:

“Quel che allarma innanzitutto – afferma Maria Falcone – è che sembra si sia smarrito ormai qualunque senso del pudore e del rispetto prima di tutto dei propri sentimenti (che si sostiene essere stati autentici), poi della vita e della sfera intima di persone che, purtroppo, non ci sono più, non possono più esprimersi su episodi veri o presunti che siano e che avrebbero vissuto questa violazione del privato come un’offesa profonda.”

La sorella di Falcone afferma che in nome della libertà d’espressione non è lecito calpestare la memoria di chi non c’è più. Siamo certi che Maria Falcone veda questa offesa della memoria del magistrato ucciso a Capaci come un rinnovato dolore, una seconda perdita, e un’ingiustizia nei confronti della moglie morta con lui. Per questo comprendiamo lo sfogo di Maria Falcone. E le siamo vicini nel suo dolore.