Secondo un nuovo studio, mangiare formaggio consente di smettere di russare: possibile che sia così semplice? Vediamo i dati.
Fino a oggi, si credeva che il consumo di latticini prima di coricarsi potesse contribuire al russamento. Adesso, uno studio cinese cambia le carte in tavola, sostenendo che mangiare formaggio può consentire di smettere di russare. Vediamo come la ricerca motiva questo risultato.
Mangiare formaggio per smettere di russare: lo studio
Smettere di russare è il sogno di tantissime persone, sia di quelle direttamente coinvolte che dei rispettivi partner. Rispetto a tanti anni fa, la ricerca ha fatto passi da gigante, ma la problematica continua a non avere soluzioni definitive o che si possano definire comode (pensiamo, ad esempio, al Cpap, il dispositivo medico utilizzato per combattere le apnee notturne). Un recente studio cinese, però, riaccende la speranza: basterebbe mangiare formaggio per combattere il russamento.
La ricerca, condotta dall’Università di Chengdu e pubblicata sulla rivista Sleep Medicine, ha preso in esame i dati di 400.000 britannici, tratti dalla UK Biobank e dalla FinnGen Biobank, database biomedici rispettivamente del Regno Unito e della Finlandia. Dall’analisi è emerso che quanti consumano formaggio riducono di un terzo la probabilità di sviluppare l’apnea ostruttiva del sonno, patologia più grave del semplice russamento. Parliamo, infatti, di una malattia considerata fattore di rischio per ipertensione e disturbi cardiovascolari e metabolici.

Perché il formaggio fa smettere di russare
I ricercatori hanno dichiarato: “Esaminando questa correlazione nel nostro studio, abbiamo identificato che un maggiore consumo di formaggio è associato a un rischio ridotto di sviluppare apnee notturne. Abbiamo anche individuato i possibili fattori che mediano questa associazione, trovando diversi biomarcatori chiave coinvolti in specifici percorsi metabolici“.
Il formaggio, secondo lo studio, fa smettere di russare perché, essendo ricco di nutrienti essenziali (come calcio, acidi grassi, peptidi bioattivi, aminoacidi e vitamine), è in grado di influenzare il metabolismo e l’apparato cardiovascolare, andando a intervenire anche sui fattori correlati al rischio di apnea notturna. Al momento, è bene sottolinearlo, la ricerca non ha ottenuto ulteriori riscontri medici, per cui è bene seguire sempre le indicazioni del proprio medico curante.