Mamme lavoratrici e smart working: cosa cambierebbe con il prolungamento dello stato d’emergenza?

Mamme lavoratrici e smart working: cosa cambierebbe con il prolungamento dello stato d’emergenza?

Come cambierà la situazione per i lavoratori in smart working a metà ottobre? E cosa succederà, invece, se lo stato di emergenza dovesse essere prolungato?

L’eventuale prolungamento dello stato di emergenza per il Coronavirus fino a fine dicembre, avrebbe delle conseguenze sul mondo lavorativo e in particolare anche sullo smart working. Attualmente la data fissata come termine dello stato di emergenza è il 15 ottobre, ma il periodo potrebbe essere prolungato (si parla anche del 31 gennaio 2021) e si aprono, quindi, più scenari possibili per chi lavora da casa.

Smart working: fino a quando durerà?

Il lavoro agile nel nostro paese deve però ancora essere regolamentato in maniera corretta. Per questo motivo, proprio in questi giorni, i sindacati sono alle prese con la discussione delle regole da seguire tra lavoratori e aziende.

Multitasking

È importante tutelare i lavoratori e in special modo le donne, che si ritrovano a dover fronteggiare anche gli svantaggi di portare a casa i propri impegni lavorativi. Nel caso di un mancato prolungamento dello stato di emergenza, le norme in vigore attualmente sullo smart working non sarebbero più valide. In questo caso, quindi, il lavoro agile dovrebbe sottostare alle regole standard e stabilire un accordo tra le parti.

I sindacati sono però favorevoli a definire con maggiore precisione le linee guida da seguire nell’accordo lavorativo. L’attuale legge in vigore sul lavoro da remoto, infatti, stabilisce che ci sia la parità di retribuzione e il diritto alla disconnessione, questa norma però deve anche concretizzarsi in regole precise per la stesura del contratto tra le parti.

Se lo stato di emergenza venisse, invece, prorogato anche le regole sul lavoro agile resterebbero invariate e rimarrebbe quindi in vigore il regime “semplificato” che è stato introdotto proprio per via della pandemia.

Lavoro agile: cosa cambia per le donne

Con la pandemia in atto sembra essere tornato alla ribalta lo stereotipo secondo il quale la donna deve essere impegnata esclusivamente “nella cura della casa e dei figli”, come ha affermato l’eurodeputata Alessandra Moretti, a inizio settembre in occasione del Festival del Cinema.

Secondo la Moretti lo smart working rischia di rappresentare per le donne “un balzo all’indietro di decenni”. Per questo motivo è necessario come sottolineato anche dalle associazione sindacali una regolamentazione di questa modalità lavorativa in modo da evitare che lo smart working penalizzi le donne.