Luca Barbareschi ha deciso che, alla sua morte, non lascerà nulla in eredità ai figli. Come mai l’attore ha fatto questa scelta?
Niente eredità per i sei figli di Luca Barbareschi. L’attore ha deciso che i pargoli devono e dovranno cavarsela da soli, per cui, alla sua morte, non otterranno nessuna somma di denaro. Come mai ha fatto questa scelta? A chi destinerà i suoi risparmi? Luca Barbareschi, ospite de La Vita in diretta, ha confessato ad Alberto Matano di non aver nessuna intenzione di facilitare la vita dei suoi pargoli. Li ha già aiutati pagando gli studi, per cui ha consegnato loro tutti gli strumenti necessari per costruirsi un futuro.
Luca Barbareschi: niente eredità ai figli
“Ho deciso che non lascerò nulla ai miei figli. Perché? Ho dato loro un’istruzione fuori dal comune, nelle migliori università dal costo di 900mila euro in cinque anni. Per questo ho deciso di non lasciare loro niente, dopo gli studi devono cavarsela da soli“, ha dichiarato Barbareschi.
Luca ha sottolineato che questa idea ha iniziato a balenare nella sua testa quando ha visto i figli dei suoi amici essere molto viziati. Non a caso, ha ammesso: “Mia figlia, che è una designer, si è comprata casa da sola a trent’anni e ha una sua piccola azienda“.
A chi andrà l’eredità di Luca Barbareschi?
Barbareschi ha poi rivelato a chi intendere donare la sua eredità. Visto che i sei figli non avranno bisogno di nulla, Luca consegnerà tutti i suoi risparmi a “qualche fondazione che fa opere di bene“. Qualche tempo fa, l’attore aveva già parlato delle sue intenzioni, ma non aveva mai confessato a chi volesse destinare i suoi beni. All’epoca, la figlia Eleonora aveva così replicato alla faccenda dell’eredità:
“Il problema è confondere la linea sottile che intercorre tra il rendere un figlio libero di emanciparsi e l’abbandono. Condivido con le mie sorelle l’eredità, quella sì, di un genitore con un carattere difficile, che ci ha allevato come tre maschi e quindi con il desiderio di essere libere, di venire riconosciute per i propri sforzi, in maniera meritocratica. Il problema, semmai è un altro. Mi è mancata la sua presenza. Non lo faceva per cattiveria, ma perché è troppo preso da se stesso. Un’assenza scivolata poi nella sua rigidità. La sua fissazione di costringerci a camminare con le nostre gambe. Se, a suo tempo, mi avesse comprato casa non mi sarei mica offesa“.