Uno studio internazionale sul Long Covid nei bambini aiuterà a valutare le conseguenze, anche a lungo termine, dell’infezione.
Con l’obiettivo di analizzare e mettere in luce le conseguenze a lungo termine dell’infezione da Covid-19 su bambini e adolescenti, parte lo studio ISARIC. Il progetto è un’iniziativa promossa dall’Università di Oxford e dall’OMS e verrà coordinato in Italia dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Vediamo in cosa consiste questo studio sul Long Covid nei bambini.
Cos’è il Long Covid?
Prima di vedere qual è l’obiettivo di questo nuovo studio su scala internazionale per indagare sugli effetti del long Covid nei bambini, vediamo cosa significa esattamente questo termine. Dopo i sintomi della fase acuta, è possibile una persistenza delle manifestazioni cliniche dell’infezione. Questo perdurare dei sintomi viene definito con il termine Long Covid.
Tra i sintomi più comuni (che ricordiamo variare molto da persona a persona), ci sono sensazione di stanchezza e fatica persistente, debolezza muscolare, dolori diffusi e riduzione dell’appetito. Possono anche essere presenti difficoltà a respirare, tosse prolungata e affanno.
Long Covid nei bambini: lo studio internazionale
Lo studio sul Long Covid è un’indagine su base internazionale a cui partecipano paesi tra cui Regno Unito, Spagna, Canada, Israele, India, Russia e America Latina. Per l’Italia l’Ospedale di Parma e in particolare l’Unità Operativa Clinica pediatrica, sono state scelte come referenti. A coordinare il progetto ci sarà la professoressa Susanna Esposito, Ordinario di Pediatria.
Finora abbiamo sentito parlare di Long Covid soprattutto in associazione alle fasce di età adulte, ma gli effetti persistenti dell’infezione possono manifestarsi ad ogni età, come ha sottolineato la professoressa Esposito. “In alcuni casi, anche i ragazzi e i bambini possono manifestare la sindrome post-Covid con problematiche di salute che persistono nelle settimane successive alla diagnosi oppure ricompaiono con sintomi diversi“. Lo studio verrà condotto attraverso dei questionari con cui si andranno a indagare le conseguenze a lungo termine (da 3 a 36 mesi dopo i sintomi). Lo scopo è quello di poter migliorare l’assistenza e avere una maggiore conoscenza sulle conseguenze, anche proprio quelle persistenti, dell’infezione in età pediatrica. Maggiori informazioni sul progetto e su come aderire possono essere trovare sul sito dell’Azienda Ospedaliera di Parma.