Legge sul doppio cognome: cosa prevede la proposta di legge che mira a dare pari dignità alle figure genitoriali.
La legge sul doppio cognome arriva in Senato per poter essere discussa. Dopo anni di battaglie, finalmente moltissime donne in Italia hanno visto accolta la loro richiesta di vedere finalmente attribuito ai figli anche il proprio cognome. Un diritto che sembra naturale, anche al fine di dare la medesima dignità ad entrambe le figure dei genitori. Ma cosa dovrebbe contenere il testo della legge nel concreto?
Quali sono i punti principali della legge sul doppio cognome
“Nel tempo in cui la dignità si fa tema politico, il cognome della madre taciuto, prima di essere un’ingiusitizia, appare per quello che è: uno scandalo“, ha dichiarato l’Unione Donne in Italia, che da anni ha fatto propria una battaglia per tanto tempo posta in secondo piano nel nostro Paese. I tempi però sono ormai maturi per una rivoluzione, a suo modo, culturale.
Guardando più nel dettaglio la proposta di legge, non dovrebbe limitarsi alla semplice concessione del doppio cognome ai figli, ma dovrebbe prevedere una serie di interventi ben più ampia. A partire dalla mancato obbligo di dare il cognome coniugale alla moglie. Ogni coniuge avrà il diritto, come logica vuole, di mantenere il proprio.
Per quanto riguarda il cognome da dare ai figli, invece, la scelta dell’attribuzione dovrebbe spettare ai genitori. Potrà rimanere quello paterno, potrà diventare quello materno o potrà essere anche un doppio cognome, con ordine concordato dagli stessi genitori. In caso di mancato accordo, verrebbe assegnato un doppio cognome in ordine alfabetico.
Doppio cognome e cambio di cognome: le novità in arrivo
Per quanto riguarda i genitori in possesso di un doppio cognome, dovrebbe essere il singolo papà o la singola mamma a scegliere quale cognome passare al proprio erede, con un unico limite: ogni bambino dovrà avere non più di un cognome a testa derivante dai genitori (per un massimo di due cognomi in totale).
Con la nuova legge dovrebbe infine rendersi molto più semplice l’iter burocratico per permettere ai figli maggiorenni di cambiare il proprio cognome, aggiungendo a quello ricevuto alla nascita anche quello dell’altro genitore. Se prima sarebbe servito presentare istanza al Prefetto, con la nuova legge dovrebbe bastare una dichiarazione personale, resa attraverso una comunicazione scritta e autenticata, all’ufficio dello stato civile.
Riuscirà questa iniziativa legislativa a raggiungere un risultato finora mancato da ogni altra proposta in passato? La battaglia per il doppio cognome, che in Italia è iniziata addirittura al 1979, è rimasta una delle più annose per il nostro Paese, tra i pochi grandi Stati ancora privi di una legislazione adeguata. Il momento di mettere fine a una tradizione anacronistica è forse arrivato.