Le controindicazioni della dieta della longevità

Le controindicazioni della dieta della longevità

Non sottovalutare mai i rischi di un apporto calorico ridotto

Le controindicazioni della dieta della longevità si potranno presentare soltanto se questo rigido regime alimentato sarà seguito senza il controllo medico.

In cosa consiste la dieta della longevità

Come l’eroe di un romanzo ottocentesco, il dottor Valter Longo, luminare internazionale di biogerontologia ha cominciato a studiare l’alimentazione come chiave della longevità dopo la morte del nonno paterno al quale era estremamente legato.
L’obiettivo a cui Valter Longo finalizzò tutta la sua carriera fu, da quel momento in poi, la comprensione dei meccanismi che regolano e contrastano l’invecchiamento cellulare, causa principale di molte gravi patologie.
Questa lunga e complessa ricerca, che ha portato lo studioso ad analizzare le abitudini alimentari di comunità sparse ai quattro angoli del globo si è condensata recentemente nella formulazione della dieta della longevità.
Si tratta di una dieta poverissima di proteine di origine animale, di grassi saturi e di zuccheri, ricca d’altra parte di proteine di origine vegetale (provenienti dai legumi) di verdura e olio d’oliva.
Partendo dall’assunto che l’abbondanza di cibo nel mondo occidentale contemporaneo è la causa principale di un’alimentazione squilibrata, Valter Longo postula una necessaria riduzione dell’apporto calorico giornaliero e, almeno due volte all’anno, un periodo di digiuno controllato.

Le controindicazioni della dieta della longevità

La forte riduzione dell’apporto calorico giornaliero può causare forti scompensi soprattutto in soggetti sovrappeso che decidono di sottoporsi a questo rigido regime dietetico senza una supervisione medica.
Nel momento in cui si lascia la dieta della longevità per cominciare la cosiddetta dieta che mima il digiuno si può arrivare a ridurre il proprio apporto calorico del 54%: questo rende la dieta della longevità inadatta alle donne in gravidanza o che stanno allattando, ai soggetti a rischio di anoressia nervosa, ai bambini (a meno che non siano fortemente in sovrappeso) e agli anziani (che dovrebbero mangiare dosi corpose di proteine animali per evitare la perdita di tono e massa muscolare).