Lavoro, se stressante e malpagato aumenta del 49% il rischio di infarto: lo studio

Lavoro, se stressante e malpagato aumenta del 49% il rischio di infarto: lo studio

Il lavoro può nuocere alla salute, quanto l’obesità: secondo uno studio, se stressante e malpagato aumenta del 49% il rischio di infarto.

Il lavoro è fondamentale per tutti, o quasi, ma quando è stressante e malpagato può portare alla morte. Secondo uno studio canadese riportato anche dagli specialisti italiani, una professione non gratificante e poco remunerativa fa aumentare del 49% il rischio di infarto.

Lavoro: se stressante e malpagato aumenta del 49% il rischio di infarto

Charles Darwin diceva che il lavoro nobilita l’uomo, ma non sempre è così. Quando l’incarico professionale è stressante e malpagato, oltre ad avere ripercussioni sulla psiche, può anche aumentare del 49% il rischio di infarto. A rendere pubblico questo dato è stata la Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE), durante il 44° congresso nazionale a Milano. Lo studio, condotto dall’Università Laval in Quebec, Canada, è stato pubblicato sulla rivista Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes.

Lo studio ha coinvolto quasi 6.500 medici, metà donne e metà uomini, con un’età media di 45 anni e senza storie di malattie cardiache in famiglia. Le persone sono state seguite per circa 18 anni, dal 2000 al 2018, con costanti aggiornamenti sulle loro condizioni di lavoro e di salute. Così facendo, i ricercatori hanno monitorato i livelli di tensione lavorativa e lo squilibrio tra fatica e ricompensa. Lo studio ha dimostrato che quasi tutti i partecipanti avevano un rischio di infarto maggiore del 49% rispetto a quanti non hanno lamentato condizioni di lavoro stressante e malpagato.

Lavoro, stress e 0 gratificazione: lo studio evidenzia un risultato mai avuto prima

Lo studio che ha messo in relazione il lavoro stressante e malpagato con il rischio di infarto è importantissimo perché ha consentito di ottenere un’informazione mai avuta prima. Giovanni Esposito, presidente GISE e direttore della UOC di Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, ha dichiarato:

Sapevano da tempo che un lavoro stressante e una scarsa gratificazione possono avere un impatto negativo sulla salute del cuore, ma solo come fattori di rischio singoli. Il nuovo studio, invece, ha sottolineato per la prima volta l’enorme impatto della combinazione di questi due fattori, cioè lavoro duro e ricompensa bassa. I risultati evidenziano quindi l’urgente necessità di affrontare in modo proattivo le condizioni di lavoro stressanti, per creare ambienti più sani a vantaggio dei dipendenti e dei datori di lavoro“.

Sembra, inoltre, che la combo lavoro stressante e malpagato abbia sul cuore un impatto simile a quello dell’obesità. Dallo studio si evince che, anche in Italia, la maggior parte delle persone a rischio sono medici, soprattutto quanti hanno reperibilità e urgenza.