L’attrice comica Katia Follesa su Instagram ha tranquillizzato i fan sul suo ultimo ricovero, chiarendone i motivi legati al proprio cuore.
A causa di una malattia congenita al cuore Katia Follesa è stata ricoverata al Gruppo Ospedaliero di San Donato, a cui ha voluto rivolgere i suoi più sentiti ringraziamenti cogliendo anche l’occasione per tranquillizzare i fan sulle sue condizioni di salute: “La vera preoccupazione è il mio naso è che sono a digiuno da due giorni…Grazie infinite al Gruppo Ospedaliero di San Donato un Presidio di ricerca eccellente che mi tiene a bada e che mi fa vivere al meglio la mia vita!”, ha scritto l’attrice nel suo post su Instagram.
Katia Follesa ricoverata per problemi al cuore
La malattia di cui soffre Katia Follesa sarebbe una cardiomiopatia ipertrofica non ostruttiva congenita che l’attrice ha ereditato dal padre.
Nota al grande pubblico per la sua ironia e per i suoi sketch comici, è stata proprio Katia Follesa a raccontare a Oggi: “Un giorno mentre guidavo mi si è annebbiata la vista e non ho sentito più il battito“, e ha anche aggiunto: “Se mio padre si fosse sottoposto ai controlli giusti oggi sarebbe vivo.”
Dopo essere stata ricoverata l’attrice ha dedicato un lungo post di ringraziamento al team medico che l’ha assistita: “Attraverso la ricerca ho imparato molte cose soprattutto a prendermi cura di me in particolare del mio cuore che ogni tanto richiede coccole! (…) Il tempo di mangiare qualcosa e mi rialzo! Onorata di rappresentare il Gruppo Ospedaliero di San Donato”, ha scritto nel suo post su Instagram.
La vita privata dell’attrice
Dal 1999 l’attrice è legata al collega di Zelig Angelo Pisani, noto per essere parte integrante del duo comico Pali e Dispari. Lui e Katia Follesa hanno una bambina, Agata, nata nel 2011.
L’attrice ha raccontato al Corriere della Sera che sua figlia non ha ereditato la sua stessa malattia, ma che per un secondo figlio la malattia rappresenterebbe la sua più grande preoccupazione: “C’era il 50% di probabilità che Agata ereditasse la cardiomiopatia. Per fortuna non è così (…) sapere di poter mettere al mondo un figlio che può avere questi problemi mi fa dire che no, non lo farei.”