Jamie Lee Curtis rivela: “Ho condiviso la cocaina con mio padre Tony Curtis”

Jamie Lee Curtis rivela: “Ho condiviso la cocaina con mio padre Tony Curtis”

Jamie Lee Curtis, attrice protagonista del cult horror Halloween, ha rivelato di aver fatto uso di droga con suo padre Tony Curtis.

Attrice di culto del cinema horror, grazie al ruolo che ha interpretato nella saga cinematografica di “Halloween”, Jamie Lee Curtis, da poco 60enne, ha fatto molto parlare di sé per via di un’intervista che ha rilasciato al magazine Variety in cui ha raccontato il suo difficile rapporto con la sua dipendenza da Vicodin e dalla droga in generale, parlando anche del controverso rapporto con il padre Tony Curtis. “Sapevo che mio padre aveva un problema perché avevo un problema anche io, abbiamo condiviso le droghe” ha rivelato.

Jamie Lee Curtis si confessa

Mi sono fatta di cocaina una volta…“: la confessione dell’attrice statunitense, a 20 anni dalla sua prima richiesta di aiuto (era dipendente dalle pillole antidepressive), parla del suo percorso per uscire dal tunnel della droga svelando alcuni retroscena sul suo rapporto con suo padre Tony Curtis, star di Hollywood degli anni ’50 e ’60.

C’è stato un periodo di tempo in cui ero l’unica che parlava con lui. Avevo sei fratelli. Ora Ne ho cinque. Mio fratello, Nicholas, è morto di overdose di eroina quando aveva 21 anni. Ho condiviso la droga con mio padre. Una volta ne abbiamo fatto uso insieme. Ma questa è stata l’unica volta che l’ho fatto, e l’ho fatto con lui…“, ha raccontato.

Jamie Lee Curtis: la droga e come tutto è iniziato

Una dipendenza quella della Curtis che è iniziata nel 1989, dopo un banale intervento chirurgico. I successivi antidolorifici le hanno creato una dipendenza che è durata per 10 anni. Ha raccontato: “Ero in un buon matrimonio stabile, scrivevo libri per bambini che erano bestseller, stavo ottenendo sempre più lavoro, e sempre più fama, attenzione e adulazione … E man mano che ottenevo buoni risultati la mia dipendenza peggiorava.“.

In seguito ha capito che non poteva continuare, in concomitanza con l’aggravarsi della situazione: “Ho chiamato un mio amico che era in un gruppo di recupero.. ero terrorizzata all’idea di essere un personaggio pubblico e di dover entrare in un rehab“.