La stanza della flebo è la nuova mania delle star di Hollywood, un trattamento sanitario miracoloso. È davvero così?
La nuova folle moda delle star di Hollywood è la IV lounge (IV stanza), ma più correttamente si può chiamare “stanza della flebo”. La moda è stata lanciata da alcune star dello spettacolo come Rihanna e Cindy Crawford. Tutto è nato come rimedio per la sbornia: “Gioca sul desiderio delle persone di uscire a bere, e se hanno una sbornia c’è una soluzione rapida in modo che possano uscire e farlo di nuovo” spiega il dottor Robert Glatter, medico di emergenza presso la Lenox Hill Hospital di New York City. Ma di cosa si tratta?
La stanza della flebo: di cosa si tratta
Sono trattamenti, così almeno li definiscono i sostenitori, terapie alternative composte da soluzioni di integratori salinici o vitaminici e persino farmaci da banco inviate all’organismo tramite flebo. Funziona? Secondo i medici no, anzi è del tutto inutile se non rischioso per la salute. “Più si spende, migliore è il placebo. Per forza le persone dopo la flebo si sentono meglio, hanno appena speso 100 dollari per questo motivo” spiega Noah Rosen, direttore dell’Headache Center del Northwell Health’s Neuroscience Institute. Le persone hanno la sensazione di prendere prendersi cura si se stessi e quindi credono di star meglio.
La stanza della flebo: il costo
Sono trattamenti non autorizzati, senza alcuna evidenza scientifica, quindi non esiste un costo fisso: si va da un minimo di 80 dollari a un massimo di 900 dollari a terapia.
La stanza della flebo: i rischi
Oltre all’alto costo e al fatto che non sia riconosciuto da nessun medico o istituto di salute, il trattamento può essere inutile nei casi migliori, rischioso nei peggiori. Ecco cosa può succede secondo Stanley Goldfarb della University of Pennsylvania: “Se fatte impropriamente le flebo possono provocare un’embolia, o il liquido può andare nei tessuti. Inoltre, possono esporre le persone a infezioni, e se non si fa attenzione alla velocità di infusione si può distruggere il bilancio degli elettroliti, il che potenzialmente può causare rigonfiamento del cervello, insufficienza cardiaca o danni ai reni“.