Isee 2024: quali documenti servono, dove si fa domanda e quanto costa

Isee 2024: quali documenti servono, dove si fa domanda e quanto costa

Quali documenti servono per l’Isee 2024? Vediamo quali dati bisogna produrre, dove si presenta la domanda e quanto costa.

Dall’1 gennaio è possibile presentare la richiesta per il calcolo dell’Isee 2024, ossia il documento che attesta la condizione economica di un nucleo familiare. Vediamo quali sono le carte necessarie per la compilazione, come si fa la domanda e quali sono le ultime novità in materia.

Isee 2024: quali documenti servono?

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, meglio conosciuto come Isee, ha una validità di 12 mesi e scade il 31 dicembre di ogni anno. A partire dall’1 gennaio 2024 si possono presentare i documenti necessari per il calcolo. Prima di recarsi dal commercialista o nei Centri Autorizzati di Assistenza Fiscale (Caf) si devono produrre tutti i dati relativi al nucleo, ossia: stato di famiglia, codice fiscale di ciascun componente e documento d’identità valido.

Sono poi necessari i dati inerenti i redditi (730 e/o Modello Unico, oppure Modello CU per i dipendenti) e tutte le informazioni sul patrimonio mobiliare e immobiliare al 31/12 dei due anni precedenti, come: saldo e giacenza media annua di conti correnti e/o postali, certificati catastali, atti notarili di compravendita, successioni e/o altri atti sul patrimonio immobiliare. Vanno indicati anche i veicoli di proprietà, barche comprese. In presenza di mutuo bisogna presentare la certificazione della quota capitale residua, mentre in caso di affitto si calcola il canone annuale.

Se in famiglia è presente un disabile è richiesta la relativa certificazione e la documentazione di eventuali spese sostenute per l’assistenza o il ricovero. Le società e il liberi professionisti, inoltre, devono produrre anche tutti i dati inerenti l’attività, in primis ultimo bilancio o valore del patrimonio netto.

Isee: dove si richiede e quanto costa

Come già sottolineato, l’Isee 2024 va richiesto al proprio commercialista oppure al Caf. In entrambi i casi, il documento dovrebbe essere gratuito. In alcuni casi, in base all’utilizzo che si deve fare dell’Indicatore, potrebbe essere richiesto un pagamento massimo di 35 euro. Per quanto riguarda le novità, l’ultima legge di Bilancio ha stabilito che nella dichiarazione non devono più essere riportate le somme investite in Buoni Postali e BTP, ossia i Titoli di Stato italiani, a patto che le stesse siano inferiori o pari a 50 mila euro.