Dopo aver molestato la giornalista Greta Beccaglia, Andrea Serrani ha deciso di rifugiarsi in un luogo segreto, per sfuggire al caos mediatico.
La battaglia di Greta Beccaglia contro il suo molestatore, Andrea Serrani, è ancora in corso e la giornalista è più decisa che mai a chiedere giustizia per quello che le è accaduto.
Lo scorso sabato, all’esterno dello stadio dell’Empoli, la giornalista tv fu palpeggiata dall’uomo di 45 anni, uscito dallo stadio e incitato da altri tifosi. Dopo questo gesto, il ristoratore di Ancona è stato denunciato dalla professionista e ora la battaglia legale è in corso.
Secondo quanto riportato dal suo avvocato Roberto Sabbatini, Andrea Serrani è distrutto da tutta questa storia, si dice dispiaciuto e pentito di ciò che ha fatto.
Dopo un’esclusiva intervista con le Iene, l’uomo ha deciso di ritirarsi in un luogo sconosciuto, per non essere trovato da nessun giornalista o altri.
Durante un’intervista con il Messaggero, Serrani ha detto: “Non merito la gogna mediatica che si è scatenata contro di me, non ho mai fatto male a nessuno e vivo la mia vita lavorando”
Ora, l’uomo ha paura di cosa potrebbe succedere a sua figlia e alla sua famiglia: “Ero con un amico che avevo raggiunto a Firenze. Eravamo amareggiati, in pochi minuti la nostra Fiorentina era passata dalla vittoria alla sconfitta. C’erano alcuni giornalisti che chiedevano commenti a caldo. Ho visto questa giornalista e le ho dato un buffetto sulle parti basse. Era solo un gesto goliardico. Non ho mai fatto male a nessuno, vivo amando mia figlia, curando i tanti rapporti di amicizia che ho a Chiaravalle e altrove, ho un locale avviato che ho aperto con tanti sacrifici. Quello che mi fa davvero temere sono le conseguenze che potrei subire riguardo a mia figlia. Mi fa piacere che qualche cliente mi abbia telefonato, rimproverandomi per il gesto, ma comprendendo il mio stato d’animo. Tutti sanno che non sono un violento”
Nel frattempo, a rincarare la dose e rendere ancora più pesante la situazione, il questore di Firenze ha emesso a suo carico un Daspo di 3 anni, senza altre prescrizioni, per tenerlo lontano dalle manifestazioni sportive.