Il 4 maggio del 1949 l’aereo che riportava a casa il Grande Torino si schiantò sul colle di Superga: morirono in 31 tra squadra, equipaggio e giornalisti.
Il 4 maggio del 1949, alle 17.03, scompariva la squadra italiana più forte. Il Grande Torino, di ritorno da Lisbona dove i granata avevano incontrato in amichevole il Benfica, viaggiava sull’aereo che si schiantò nei pressi della Basilica di Superga. Riportava a casa 31 tra giocatori, allenatore, dirigenti, giornalisti al seguito della squadra, piloti ed equipaggio. Trentuno caduti che di anno in anno, ogni 4 maggio, il mondo si ferma a ricordare.
Non solo quello legato al Toro, perché il Grande Torino era il simbolo della rinascita di una nazione faticosamente uscita dalla seconda guerra mondiale. Un’Italia che voleva ripartire, mettersi tutto alle spalle. Il simbolo era quella squadra che giocava e vinceva e che nei momenti di difficoltà sapeva rimboccarsi le maniche, il gesto più celebre di Valentino Mazzola, che di quel Toro era il numero dieci e capitano.
Grande Torino, a Superga il 4 maggio la commemorazione
Il 4 maggio per il mondo del Toro è il giorno del ricordo, della commemorazione e del silenzio. Il giorno del pellegrinaggio. In quella data i tifosi si ritrovano al Colle di Superga, laddove sorge la Lapide in onore dei 31 caduti.
Proprio in quella occasione, in concomitanza con l’orario dello schianto e quindi della Tragedia, il capitano del Torino legge, nel più totale silenzio, uno ad uno i nomi di tutti e trentuno i caduti. Una cerimonia che si ripete, di anno in anno, subito dopo la funzione religiosa che scandisce la giornata.
Grande Torino, i giocatori morti a Superga
Furono 18 i giocatori del Torino che morirono il 4 maggio del 1949 a Superga. Ecco l’elenco: Valerio Bacigalupo, Aldo e Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Julius Schubert.