Cosa sono la plastic tax e la sugar tax, i due tributi che il governo Meloni cancellerà

Cosa sono la plastic tax e la sugar tax, i due tributi che il governo Meloni cancellerà

Il governo Meloni cancellerà la plastic tax e la sugar tax: ecco in cosa consistevano le due tasse volute dal governo Conte nel 2019.

Il governo Meloni si muove con forza su un tema su tutti in questa prima fase della propria esistenza: il fisco. L’esecutivo guidato dalla prima premier donna, Giorgia Meloni, ha deciso di revisionare in maniera abbastanza rapido e concreto il sistema tributario italiano. Nella manovra sono previste novità importanti sul tema ambientale, come la possibile istituzione di una web green tax sui profitti delle multinazionali del commercio elettronico, ma intanto sono due le tasse che presto verranno abolite in maniera definitiva: la plastic tax e la sugar tax. Ecco in cosa consistevano.

Governo Meloni: addio alla plastic tax e alla sugar tax

Secondo quanto riferito da Il Sole 24 Ore, l’esecutivo a guida Fratelli d’Italia sta pensando di eliminare in tempi brevi due tasse verdi annunciate dal governo Conte bis a fine 2019 ma mai entrate in vigore nel concreto. Una di queste era la plastic tax, che avrebbe dovuto colpire l’utilizzo della plastica monouso con una tassa di 0,45 centesimi di euro per ogni chilo di prodotti di questo genere venduti.

Giorgia Meloni

L’altra misura era invece diretta a colpire le bevande zuccherate analcoliche, con 10 euro per ogni ettolitro sui prodotti finiti e 0,25 per chilo per i prodotti da utilizzare previa diluizione. Due misure che, se in teoria sembravano avere delle buone basi, si sono dimostrate molto complicate da attuare, complice la ribellione dei settori toccati. Così, dopo una serie di rinvii, adesso dovrebbero essere abolite una volta per tutte dal nuovo governo.

Cosa succederà alle vecchie “tasse verdi”

In linea teorica al momento plastic e sugar tax dovrebbero subire un ulteriore rinvio, ma non è da escludere un’abolizione. I due tributi in questione, infatti, non sono mai stati appoggiati dall’attuale coalizione di governo. Resta il problema della liquidità che questi tributi garantirebbero allo Stato. Si parla di un gettito previsto da 650 milioni di euro l’anno. Per questo motivo, in caso di abolizione definitiva (possibile entro la fine del 2023), bisognerà sostituire tali entrate con quelle derivanti da un nuovo tributo.

La soluzione potrebbe essere l’istituzione di una green web tax, ovvero una tassa sulle consegne effettuate con mezzi inquinanti dai “big player” del mondo del web. Anche se, va detto, le consegne nel nostro Paese, anche da aziende come Amazon o eBay, non sono effettuate da distributori appartenenti all’azienda stessa, ma da imprese italiane.