Aria di crisi per il governo Draghi dopo il no di Conte al Decreto Aiuti: cosa può succedere adesso.
Per parlare di strappo è, probabilmente, ancora presto, ma la situazione forse non è mai stata così incerta per il governo Draghi. La crisi è dietro l’angolo, dopo il ‘no’ di Giuseppe Conte e del Movimento Cinque Stelle al Decreto Aiuti. L’ex premier ha dichiarato, nella serata del 13 luglio, che in Senato i pentastellati non daranno il proprio appoggio a un provvedimento che presenta troppi punti oscuri, per il loro progetto, dai paletti sul Reddito di cittadinanza al termovalorizzatore di Roma. E adesso? Si attendono novità nei prossimi giorni, ma la sensazione è che possano profilarsi due scenari distinti, entrambi probabili date le circostanze.
Crisi di governo per Draghi? Ecco cosa può succedere
Il primo scenario, forse quello più scontato, potrebbe portare a una verifica di maggioranza a posteriori. Data l’impasse in cui ci si è venuti a trovare a causa del dietrofront dei Cinque Stelle, il premier Draghi potrebbe rivolgersi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che rimanderebbe la decisione sulla fiducia alle Camere. Tornato in Parlamento, in questo scenario difficilmente il governo non riceverebbe il voto favorevole del Movimento pentastellato, e quindi scongiurerebbe la crisi, apparentemente così vicina.
Ma una verifica di maggioranza potrebbe esserci anche senza l’intervento del Capo dello Stato. Una soluzione chiesta a gran voce negli scorsi giorni già da Forza Italia e dal PD. Lo stesso Enrico Letta, segretario del Partito democratico, ha spiegato subito dopo il ‘no’ di Conte: “In una maggioranza così eterogenea ci sono dei distinguo. Ma io non mi preoccupo. Esiste il voto di fiducia, che è fondamentale. Chiederemo di fare una verifica per capire se questa maggioranza c’è ancora o no“. Una soluzione anche più semplice, che potrebbe garantire un ricompattamento delle forze che oggi compongono il governo di larghe intese guidato da Draghi.
La Lega dà la spallata definitiva al governo?
Ma a rendere meno sicura una possibile soluzione “pacifica” di questa situazione di instabilità potrebbe essere il Carroccio. Altro partito di maggioranza che ha pagato, in termini di consensi, il sostegno al governo Draghi, per riguadagnare la fiducia di una fetta dei propri elettori la Lega potrebbe optare per mettere fine alle larghe intese, rimettendo al centro della propria campagna elettorale quelle misure che per anni sono state sostenute con forza dal partito di Salvini, e che oggi, in un governo del genere, erano state necessariamente messe da parte.
Una scelta furba, o comunque utilitaristica, che tra l’altro non porterebbe nemmeno la Lega ad addossarsi la responsabilità totale di una crisi che non sarebbe comunque frutto della decisione di una singola anima di questo governo, quanto di una situazione di instabilità che si è venuta a creare all’interno dell’esecutivo nel corso dei mesi.
Insomma, in un momento complicato e molto delicato per l’intero Paese, il quadro politico appare pieno di ombre, di dubbi e incertezze. Non proprio quello che servirebbe all’Italia intera per respingere lo spettro della recessione e di una crisi economica che, ormai da mesi, aleggia sullo Stivale, sull’Europa e, spinta dal conflitto russo-ucraino, anche sul resto del mondo.