Il ballerino Giuseppe Giofrè racconta i momenti più difficili della sua vita fino al riscatto ad Amici e il successo internazionale.
Giuseppe Giofrè, famoso ballerino e giudice del talent show Amici, ha recentemente condiviso un capitolo doloroso della sua vita. Intervistato da Vanity Fair e ospite di programmi televisivi come Verissimo, ha raccontato le difficoltà affrontate da bambino, vittima di bullismo per la sua passione per la danza.
Cresciuto a Gioia Tauro, in Calabria, Giuseppe ha sempre avuto il sostegno della madre e della nonna, che hanno riconosciuto il suo talento sin da piccolo. Tuttavia, il suo percorso non è stato privo di ostacoli. Scopriamo che cosa ha rivelato il ballerino.
Giuseppe Giofrè: dal bullismo al riscatto
“Mi gridavano femminuccia perché ballavo” ha ricordato il ballerino che ricorda come i coetanei lo deridevano e lo isolavano.
In un episodio particolarmente duro, alcuni ragazzi gli ruppero gli occhiali appena regalati. “Non li feci riparare e non raccontai nulla ai miei genitori” ha confessato, sottolineando la solitudine e il silenzio che spesso accompagnano queste esperienze.
Nonostante le difficoltà, Giuseppe non si è mai fermato. “Ripartivo ogni giorno come se niente fosse, senza smettere di credere nel mio sogno” ha dichiarato. Questa determinazione lo ha portato a vincere Amici nel 2011, trampolino di lancio verso una carriera internazionale.
Dopo il talent, ha studiato danza negli Stati Uniti, collaborando con artisti come Taylor Swift, Ariana Grande e Dua Lipa. Un percorso che non solo gli ha permesso di emergere professionalmente, ma anche di superare le cicatrici lasciate dal bullismo.
Qui una foto sul palco con Kylie Minogue.
Giuseppe Giofrè: il suo messaggio
Anche il padre non capiva fino in fondo la sua passione per la danza. “All’inizio forse pensava che quello che piaceva a me lo facevano le ragazzine, ma poi ha capito” ha raccontato.
Giuseppe Giofrè ha voluto dare un consiglio per chi vive situazioni simili: “Non abbiate paura di parlare e chiedere aiuto. Io sono sopravvissuto, ma non vale così per tutti“.