Come ogni inverno, sono aumentati i contagi da Covid. Il Gimbe ha così deciso di denunciare il fermo della campagna vaccinale.
Con l’inverno incalzante, i nuovi contagi da Covid, così come quelli dell’influenza, sono aumentati.
Secondo la fondazione Gimbe, che si occupa del monitoraggio settimanale, i numeri lascerebbero presagire il bisogno di una nuova campagna vaccinale. E, sebbene, la stessa sia prevista per il 1 Dicembre, a detta del presidente del Gimbe, Cartabellotta, la campagna dovrebbe avvenire con largo anticipo. Ecco quali sono state le sue parole.
Cartabelotta si è espresso riguardo la nuova campagna vaccinale
Secondo il presidente del Gimbe il Governo avrebbe dovuto anticipare la campagna vaccinale prevista, invece, per il 1 Dicembre 2022.
A suo dire, infatti, i dati confermano una diffusa ripresa del virus e tale da portare a sempre più contagi. Sempre secondo Cartabelotta, la diffusione sarebbe infatti per certi versi mascherata dall’uso sempre più frequente dei tamponi casalinghi. Cosa che nasconderebbe in qualche modo la consapevolezza di quanti positivi ci sono davvero in circolazione.
Per questo motivo, il presidente del Gimbe ha più volte sottolineato l’importanza di una campagna vaccinale mirata e pronta a partire in tempi diversi da quelli previsti. Una cosa che, evidentemente, non si è verificata.
I numeri rilevati dal monitoraggio del Gimbe
Secondo i dati rilevati dal Gimbe, l’ultimo monitoraggio cha fa dal 18 al 24 Novembre 2022, ci sono stai nuovi casi con una stima di 20mila in più circa rispetto alla settimana prima in cui, però, era stato registrato il livello più basso.
Riguardo ai positivi, come già detto, il numero è a detta della fondazione poco veritiero in quanto mancante dei tanti tamponi fatti in casa. Tamponi che nelle ultime settimane pare siano stati effettuati con maggior frequenza rispetto a prima. Forse anche per distinguere l’influenza dalla presenza del Covid.
Riguardo al numeri emersi, ci sono alcune regioni come la Valle D’Aosta o il Molise, in cui si sono registrati molti più casi. Ad essere ancora con pochi numeri sono invece la Sardegna, la Calabria e l’Umbria. A fronte di questi numeri, la buona notizia è che le terapie intensive sono rimaste stabili mentre sono saliti i ricoveri.