Gianni Rodari ha accompagnato l’infanzia di tutti noi: vediamo quali sono le sue poesie più famose e quelle meno note.
Gianni Rodari ha scritto testi che hanno fatto la storia dell’insegnamento italiano. Tutti i bambini, almeno fino alle scuole medie, hanno ascoltato e, talvolta, imparato a memoria filastrocche a tema, così come si sono ritrovati a leggere Fiabe al telefono. Quali sono le sue poesie più belle di sempre?
Gianni Rodari: le poesie più belle di sempre
Le poesie per bambini di Gianni Rodari hanno cullato l’infanzia di milioni di persone. Qualcuno le ha amate, altri sono rimasti indifferenti, ma tutti hanno provato una qualche emozione nell’ascoltarle. Magari era la maestra dell’asilo che più amavamo a farci sognare con i suoi versi, oppure era quella più cattiva ad incutere timore anche con un poeta che è impossibile non amare. Ne ha scritte tante, alcune molto famose, altre meno note. Tra le poesie di Natale di Gianni Rodari, ad esempio, quella che quasi tutti conoscono a memoria è L’albero dei poveri:
Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera
ma per i bambini è primavera:
soltanto per loro, ai piedi del letto
è fiorito un alberetto.
Che strani fiori, che frutti buoni
Oggi sull’albero dei doni:
bambole d’oro, treni di latta,
orsi del pelo come d’ovatta,
e in cima, proprio sul ramo più alto,
un cavalo che spicca il salto.
Quasi lo tocco… Ma no, ho sognato,
ed ecco, adesso, mi sono destato:
nella mia casa, accanto al mio letto
non è fiorito l’alberetto.
Ci sono soltanto i fiori del gelo
Sui vetri che mi nascondono il cielo.
L’albero dei poveri sui vetri è fiorito:
io lo cancello con un dito.
Non solo al Natale, lo scrittore ha dedicato poesie ad ogni momento dell’anno, così come a qualsiasi avversità della vita. Tra le poesie di Pasqua di Gianni Rodari, quella più nota è Dall’uovo di Pasqua:
Dall’uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: “Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio”.
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
“Viva la pace,
abbasso la guerra”.
Poesie per il papà di Gianni Rodari
Passando al tema della paternità, Gianni Rodari ha dedicato una bellissima poesia a questo ruolo. Si intitola Passeggiata domenicale:
Io vado a spasso per la città,
senza una mèta vago qua e là.
In piazza Navona mi fermo a guardare
quelli che stanno il gelato a leccare.
In piazza Esedra reato incerto:
sentire gratis il concerto,
o sedermi, alla romana,
sull’orlo fresco della fontana?
Ma è zeppo, l’orlo di cemento:
ci siedono già persone duecento.
Si godono il fresco le famiglie,
la mamma, la suocere con le figlie.
E il babbo dov’è, per far pari?
E’ a casa a fare gli straordinari.
Ogni domenica per la via,
si fa il passeggio dell’economia.
Gianni Rodari ha scritto anche poesie sulla pace. La più profonda, utilissima per spiegare ai più piccoli un tema delicato come la guerra, si intitola semplicemente Poesia sulla pace:
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
e orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra
per esempio, la guerra.