Gabriele Muccino, rivelazione shock: “Ho rischiato la vita”

Gabriele Muccino, rivelazione shock: “Ho rischiato la vita”

Gabriele Muccino racconta l’incidente per cui ha rischiato la vita, tutto a causa di una piccola distrazione. Scopri di più!

Il famoso regista italiano Gabriele Muccino ha attraversato alcuni momenti difficili nella sua vita, tra cui un brutto incidente in cui è stato coinvolto. A distanza di tempo ha deciso di rivelare quello che gli è successo, per lanciare un forte messaggio. Scopri che cosa è successo al regista.

Gabriele Muccino: il racconto al Giffoni Film Festival

Ospite al Giffoni Film Festival, il regista italiano Gabriele Muccino ha rivelato alcuni dettagli inaspettati della sua vita, e ha raccontato dell’incidente che gli quasi costato la vita.

Anni fa, per una banale distrazione, feci un incidente quasi mortale in Grecia, di cui ho ancora delle cicatrici in testa” ha confessato Muccino, che ha poi aggiunto “Non bisogna mai abbassare la soglia di attenzione quando si è alla guida“.

Gabriele Muccino

Il regista ha, poi, rivelato che quanto gli è accaduto ha un profondo legame con i suoi film. Infatti, ha dichiarato: “L’incidente è l’interruzione fatale di un’esistenza. Io ho usato altre volte l’incidente nei miei film. Ho usato spesso le auto come deus ex machina, come elementi drammaturgici che creavano una fatalità, quindi una crisi fortissima all’interno della storia e del personaggio“.

Gabriele Muccino: le rivelazioni sui suoi film

Durante il Giffoni Film Festival, Gabriele Muccino ha rivelato alcuni interessanti retroscena sulle trame dei suoi film e su alcuni dettagli per lui fondamentali.

Lo stesso regista ha rivelato che il tema dell’incidente stradale è spesso presente nei suoi film, tra cui L’ultimo bacio e Sette anime.

Sono ossessionato dalla questione del telefono da sempre” ha rivelato, aggiungendo poi “Nella sceneggiatura di ‘Sette anime’ la storia era quella di un generale della Nasa che si riteneva responsabile di sette morti per l’esplosione di uno Shuttle. Io proposi qualcosa in cui lo spettatore potesse riconoscersi“.

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