Vi presentiamo una selezione di frasi di Paolo Jannacci, tratte sia dalle sue canzoni più belle che dalle interviste rilasciate negli anni.

Figlio dell’indimenticabile Enzo Jannacci, scomparso nel 2013, Paolo Jannacci è riuscito a costruirsi una carriera propria, sia come cantautore che musicista. Vi presentiamo una selezione di frasi tratte dalle sue canzoni più belle e da alcune interviste che ha rilasciato negli anni.

Frasi di Paolo Jannacci tratte dalle canzoni

Classe 1972, Paolo Jannacci ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica quando aveva soltanto 6 anni, ma il debutto vero e proprio è datato 1988, quando ha iniziato a collaborare in modo assiduo con il padre Enzo. Il suo primo album da solista, Notes, è arrivato parecchi anni più tardi, nel 2002, e gli ha consentito di affermarsi nell’universo del jazz nostrano. Nel corso della sua carriera, sono diversi i brani che hanno fatto sognare i fan.

Di seguito, vi presentiamo una selezione delle frasi più belle tratte dalle canzoni di Paolo Jannacci:

  • Canterò per un paese in festa, canterò per la vita che mi resta. Canterò per mia moglie che mi aggiusta, canterò per chi fa la coda in posta e canterò, griderò, ma attenzione a non stonare. (Canterò)
  • Voglio parlarti adesso solo per dirti che nessuno può, da questo cielo in giù, volerti bene più di me. Voglio parlarti adesso prima che un giorno il mondo porti via i tuoi sorrisi grandi, i giochi tra le porte e quell’idea che tu resti un po’ mia. Non sarò mai pronto a dirti sì, ma quando vai sai che mi trovi qui. (Voglio parlarti adesso)
  • Dicono, sai la vita è strana, ma più che strana è proprio bastarda ed io lo so perché mi riguarda da quando il mio filo si è rotto. Sono una foto appesa in salotto. E in quella foto oltretutto… Ma dai Michè son così brutto, occhi chiusi, viso scuro… Che se mi avessero detto giuro ‘questa foto resterà di te’, accidenti Michè, mi sarei messo in posa. (L’uomo nel lampo)
  • Volevo spaccare il mondo, poi dargli fuoco, poi ricomporlo, e dartelo in dono. Però mi soffochi e proprio non riesco tutt’ora a invocare il perdono. (Animale)
  • Desolato se non trovo la risposta ai tuoi problemi, desolato se il mio canto ha degli alibi sinceri, desolato se poi solo non ti ascolta più di tanto, desolato poi se la vita a me, a me piace ancora tanto. (Desolato)
  • Com’è bella la città, com’è grande la città, com’è viva la città, com’è allegra la città. Piena di strade e di negozi e di vetrine piene di luce con tanta gente che lavora, con tanta gente che produce. Con le réclames sempre più grandi, coi magazzini le scale mobili, coi grattacieli sempre più alti e tante macchine sempre di più, sempre di più, sempre di più, sempre di più! (Com’è bella la città)
  • Canterò, magari una canzone di quelle che che cantava anche mio padre, in lingua madre, la lingua delle strade, quel bianco e nero che non si vede più. (Canterò)
  • Ho visto piangere un gigante, figurati se non piango io che sono nato adesso amore mio. Confesso che non so, non so, come si può, afferrare il vento e il tempo che non ti do, è tempo perso. (Voglio parlarti adesso)
  • C’era una volta un uomo che vide come un lampo, sorrise e alzò le mani come per abbracciarlo. L’uomo nel lampo che non è più tornato, lo videro in quel lampo e lì si è addormentato, proprio quel lampo che portò via mio padre e che da quel momento è musica nel vento. (L’uomo nel lampo)
  • Mesi che mi fai la corte, dicendo che è forte l’amore che provi per me. Io vedo solo una stalker. (Animale)
  • Ma che problemi hai? C’ho il problema che il tempo non mi basta mai. (Desolato)
  • Vieni, vieni in città che stai a fare in campagna? Se tu vuoi farti una vita devi venire in città. (Com’è bella la città)

Frasi di Paolo Jannacci tratte dalle interviste

Ottimo suonatore di basso, pianoforte e fisarmonica, con questo ultimo strumento Paolo Jannacci ha collaborato con artisti del calibro di Ornella Vanoni, gli 883 e J-Az. Non solo musica, nel 2001 ha ottenuto una piccola parte nel film South Kensington di Carlo Vanzina, ha scritto diversi libri e nel 2023 ha collaborato alla realizzazione del docu-film sul padre intitolato Enzo Jannacci – Vengo anch’io. Di seguito, vi presentiamo una selezione di sue frasi significative tratte dalle interviste:

  • I video del papà sono online. E secondo me dev’essere così per chi fa spettacolo. Io ovviamente tutelo ogni giorno tutto quello che può uscire su di lui, perché non dev’essere trasceso un certo tipo di attenzione. Però, ad esempio, io sono sempre contento quando qualcuno desidera fargli un tributo: basta che sia fatto con la decenza che merita. Non ho mai censurato nessuno.
  • Oggi tendiamo tutti a considerarci soli. Siamo tutti delle isole, ormai. E questa è una cosa negativa. Siamo in una società molto “collegata” ma la solitudine avanza, aumenta sempre di più. Ognuno si vuole chiudere, fa fatica anche da un punto di vista fisico a poter partecipare a qualcosa. Bisogna cercare di trovare una soluzione a questa cosa, anche perché questo status va contro alla socialità dell’essere umano e non porta a nulla. Porta solo a una comunicazione che diventa sterile.
  • La città oggi è macchinosa, nel senso che è piena di macchine. In tutti i sensi. E quello che manca è quella spinta che c’era nel Dopoguerra e che ora si è estinta.
  • Basterebbe spogliarsi un pochino delle sovrastrutture. Il problema vero è che Milano è piena di sovrastrutture. Sia chiaro: mi ci metto dentro anche io. Non voglio fare il professore che punta il dito. Io sono il più peccatore di tutti. Ma questa cosa la noto. E so che non va bene. Nel mio piccolo cerco di porci rimedio.
  • Quando è mancato papà non mi aspettavo niente, invece l’attenzione della gente è stata incredibilmente alta, come se fosse appunto scomparso un pezzo di umanità. Papà era sempre attento allo stato d’animo degli altri, al rispetto di noi stessi e di chi c’è intorno.
  • L’umanità sta nel rapporto con gli altri, deve essere sempre sullo stesso piano.
  • Come dice Vasco siamo sempre in bilico, in equilibrio precario tra la follia e il riuscire a essere lucidi. Qui a Milano dovremmo riuscire a essere tutti un filo più dolce, sarebbe meglio ma non è facile e lo dico io che sbaglio ogni giorno. E poi dovremmo tutti arrabbiarci un po’ meno. Come diceva mia nonna arrabbiarsi è una forzatura che fai allo spirito.
  • Quando perdi un po’ il baricentro, avere la figura del Cristo come riferimento è una cosa che ti mette comunque in ordine e riordina le idee.
  • Ragazzi cercate di non cadere mai nel tranello degli stupefacenti perché quelli che perdono siete solo voi, dico sempre. Negli anni ’70 chi non riusciva a uscire dal tunnel dell’eroina si rivolgeva a medici come mio padre che spesso riusciva a salvarli. E’ una cosa che io ho vissuto sulla mia pelle perché ho visto dei ragazzi sull’orlo della morte, nella grande sofferenza e non permetto che per fare arricchire qualcuno questo possa accadere anche a mia figlia. Ho visto il modo in cui il papà teneva alle nuove generazioni, perché sono loro a cui noi affidiamo il nostro futuro. C’era una grande sofferenza nel vedere un ragazzo buttarsi via e lui faceva di tutto per non permetterlo.

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ultimo aggiornamento: 3 Settembre 2024 14:38


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