Vai al contenuto

Frasi di Ivan Graziani, tratte dalle canzoni e dalle interviste

Ivan Graziani

Vi presentiamo una raccolta delle frasi più belle di Ivan Graziani, cantautore scomparso a soli 51 anni a causa di un tumore.

Se la malattia non gli avesse tolto la vita a soli 51 anni, Ivan Graziani sarebbe ancora tra noi, a regalarci canzoni meravigliose come Monna Lisa o Maledette Malelingue. Vi presentiamo una raccolta delle sue frasi più profonde, tratte sia dai brani che dalle interviste.

Frasi tratte dalle canzoni di Ivan Graziani

Classe 1945, Ivan Graziani ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica con il gruppo Anonima Sound. I suoi inizi, anche quando ha intrapreso la carriera solista, non sono stati entusiasmanti, ma la sua bravura ha prevalso e con la canzone Lugano Addio, datata 1977, è arrivato il meritato successo.

Diversi i brani che, a distanza di quasi 30 anni dalla morte del cantautore romano, continuano ad essere trasmessi quotidianamente dalle radio: da Maledette malelingue a Paolina, passando per Agnese, Firenze e Monna Lisa. Di seguito, una selezione di frasi tratte dalle canzoni più belle di Ivan Graziani:

  • Così la gente vede il male anche dove non ce n’è. (Maledette malelingue)
  • E se continuo a bere i miei liquori inquinati è vero che quei giorni non li ho dimenticati. È uscito un po’ di sole da questo cielo nero, l’inverno cittadino sembra quasi uno straniero. Agnese dolce Agnese color di cioccolata adesso che ci penso non ti ho mai baciata. (Agnese)
  • Venti giorni di fuga e neanche un appello per radio, evidentemente mia madre non è neanche una buona padrona. Perfino per i cani smarriti si fanno appelli per radio ma io no, non ho imparato a leccare bene la mano di chi mi dà da mangiare. (Scappo di casa)
  • Addio, cantavi e non per falsa ingenuità tu ci credevi e adesso anch’io che sono qua. (Lugano addio)
  • Lei diceva sempre che l’amore è un dono degli dei, è una colomba che si posa sul tuo cuore.(Cleo)
  • E sei così bella che più bella non c’è e sei così dolce che più dolce non c’è. E sei così quieta quando parli di noi che m’incanto a guardarti, da non credere sei. (E sei così bella)
  • In nome della fame ho ammazzato le illusioni, piegando le ginocchia ho sfruttato le occasioni e ho lavorato come un pazzo a cose in cui io non credevo lasciando che morisse l’erba che calpestavo. (Fame)
  • E non c’è più nessuno che mi parli ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei. (Firenze)
  • Gustava il suo vino il tuo giustiziere, come un vero uomo di panza. (Siracusa)
  • E poi le parolacce che ti lasci scappare, che servono a condire il tuo discorso d’autore come bava di lumaca, stanno lì a dimostrare che è vero, è vero, non si può migliorare col tuo schifo di educazione, col tuo schifo di educazione, pigro! (Pigro)
  • Ti giuro, Signore, è stata una svista, abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista. E le sue corde hanno vibrato in una notte, io quel sogno l’ho bruciato mentre dormiva, son scappato con le gambe intorpidite, le scarpe ancora slacciate, con le gambe intorpidite, le scarpe ancora slacciate e con il mio mazzo di carte truccate. (Il chitarrista)
  • Mentre di là nella sala si gioca alle carte, coi volti infuocati e i nasi paonazzi e le bocche allargate a masticare canditi e gli occhi annacquati dal vino bevuto e io ucciso di noia sto a contare le ore, pensa un po’ che Natale. (Ballata per 4 stagioni)
  • Come un illuso io vorrei che fosse vero che ogni mano che apre il tuo ventre fossi tu a partorirla. (Taglia la testa al gallo)
  • Nel sole e sotto al ghiaccio eravamo in centomila e siam tornati solo in sei. (I lupi)
  • E questa rabbia che ci tiene insieme ci lega più di un fascio di catene. (Palla di gomma)
  • Che posso fare, tu che puoi fare se navighiamo in senso inverso in mezzo al mare? Tu sei libeccio e io maestrale, son sempre venti, sì, ma non è uguale. (Navi)
  • Ieri ho sognato un giardino. Nel sogno con me c’era un uomo, lui mi voltava le spalle solo perché non vedessi il suo viso. (Fuoco sulla collina)
  • Non è un delitto essere il migliore, vedere dove gli altri non san vedere, fiutare il vento come un animale e avere un’anima senza frontiere. Non è un delitto essere sicuri, là dove gli altri possono sbagliare, aver ragione sempre, che ci vuoi fare non è un delitto essere il migliore non è un delitto, no. (Non è un delitto)
  • Io vivo in un paese che confonde e qualche volta sporca il mio cuore e la mia mente. (Cleo)
  • E se in mezzo a questa gente tu rimani indifferente allora meglio un bambino solo perché un bambino va contro il vento. La vita è un rischio e te ne accorgerai, te ne accorgerai. (Tutto il coraggio che hai)
  • Vita, vita, e che non si dica che io non ti ho vissuta mai. Vita, vita, sei la mia vita, anche diversa ti amerei. (Vita)
  • Gloria, gloria alle tue gambe, alla tua schiena e alle tue guance. Voglia, voglia, anche tu ne hai voglia, Paolina stiamo insieme, hai trent’anni ormai. (Paolina)
  • La scuola è una gran cosa e soprattutto se ti insegnano ad amare i capolavori del passato. Però è un peccato che tu non li puoi vedere né toccare. (Monna Lisa)

Frasi tratte dalle interviste di Ivan Graziani

Non solo musica, nei suoi 51 anni di vita Ivan Graziani si è occupato anche della sua famiglia. Sposato con Anna Bischi nel 1972, da lei ha avuto due figli: Tommaso e Filippo. Purtroppo, il cantautore si è spento l’1 gennaio 1997 a causa di un tumore al colon. Di seguito, vi presentiamo una raccolta di sue frasi tratte da alcune interviste:

  • Io credo di avere la voce di una bimba perversa. Ma soprattutto di usare la voce come uno strumento, spesso duello col pianoforte.
  • La chitarra va amata come forme, se non ami questo lascia perdere. È come una donna, già il nome è al femminile. La chitarra non è il mandolino, il basso, il clavicembalo, il pianoforte, il trombone: è la chitarra. E poi, guarda caso, ha un buco in mezzo. La chitarra ti prende perché è avvolgente, è calda e poi è comoda. Te la porti al mare, in montagna, in macchina: prova a rimorchiare al mare con un pianoforte, portatelo sulla spiaggia. Voglio vedere come cazzo fai.
  • A me della politica non me ne può fregare di meno. Mi interessa, invece, raccontare storie che toccano il sociale. C’è una bella differenza.
  • Non ne ho neanche uno dei miei. Anzi no, conservo “I lupi” perché ci sono particolarmente legato: ha rappresentato una grossa rivalsa per me quel disco.
  • Se dovessi smettere di suonare? Mi metterei a incartare caramelle. Non è una battuta. Sono uno specialista.
  • Io la forza del mio lavoro, l’essenza di quello che ho messo nelle mie canzoni in gran parte la devo a Teramo, alla gente tra cui sono cresciuto.
  • Le disgrazie altrui sono un ottimo incentivo ad assumere atteggiamenti democratici che ci fanno apparire migliori.
  • Un vero chitarrista muore, deve morire sul palco.
  • Per scaramanzia porto anche le mutande rosse, ma non solo a Capodanno, tutto l’anno così non sbaglio.
  • Ho capito che probabilmente al mondo bisogna avere per forza un’etichetta, allora preferisco essere uno di campagna, rock agricolo va benissimo.

Riproduzione riservata © 2024 - DG

ultimo aggiornamento: 30 Settembre 2024 18:04

Rossetto e caffè di Sal Da Vinci, il significato: “Sei passione, dolore e follia”