Francesco Motta, frasi profonde tratte dalle canzoni e dalle interviste

Francesco Motta, frasi profonde tratte dalle canzoni e dalle interviste

Vi presentiamo una raccolta delle frasi più belle di Francesco Motta, tratte sia dalle canzoni che dalle interviste.

Con una carriera di quasi vent’anni, Francesco Motta ha regalato ai fan canzoni profonde, mai banali o superficiali: da Chissà dove sarai a Dov’è l’Italia, passando per Sei bella davvero. Vi presentiamo una raccolta delle sue frasi più belle, tratte sia dalla sua discografia che dalle interviste.

Le frasi più belle di Francesco Motta

Classe 1986, Francesco Motta ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica a vent’anni, quando ha fondato il gruppo musicale Criminal Jokers. Il primo album da solista, intitolato La fine dei vent’anni, è arrivato nel 2016, dopo gli studi di composizione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

Sono tante le canzoni che in questi anni ha regalato ai fan: da Sei bella davvero a Ed è quasi come essere felice, passando per La nostra ultima canzone, Dov’è l’Italia e Chissà dove sarai. Di seguito, una selezione di frasi tratte dai brani più belli di Francesco Motta:

  • Per ogni vita immaginata c’è la mia vita che sfuma. (Dov’è l’Italia)
  • Per te che forse sei meglio di prima e un po’ ti conviene. Per te che se ti chiamano ragazza ti fa un po’ male il cuore. E questa notte, per l’ultima volta, lasciati andare. Respira forte la nostra ultima canzone e non ti girare. Adesso balla la nostra ultima canzone. (La nostra ultima canzone)
  • Ho visto troppa gente in questi sette anni. Per scegliere qualcuno c’ho messo dieci secondi, le giornate erano piene di storie assurde e di silenzio. Oggi non ho tempo di pensare a cosa è cambiato. (La fine dei vent’anni)
  • Chissà dove sarai, finalmente risolta, forse già innamorata, forse ancora una volta. Chissà dove sarai e se ti basta così. (Chissà dove sarai)
  • Sarebbe bello finire così, lasciare tutto e godersi l’inganno. Ogni volta la magia della noia, del tempo che passa la felicità. (Del tempo che passa la felicità)
  • E tutte quelle rughe sono schiaffi della mente, sono strade senza un senso e che non portano mai a niente. (Prima o poi ci passerà)
  • Come quella volta a due passi dal mare, fra chi pregava la luna e sognava di ripartire. L’abbiamo vista arrivare, con l’aria stravolta di chi non ricorda cos’era l’amore e non sa dove andare. Da quella volta nessuno l’ha più vista, da quella volta nessuno l’ha più vista e in un momento penso a te che mi stai accanto. In quella notte d’estate che mi hai insegnato a ballare e mi immagino lei, fra le stelle e il sole, sul tappeto volante, fra chi vince e chi perde e chi non se la sente. (Dov’è l’Italia)
  • Vivere o morire, aver paura di dimenticare. Vivere o morire, aver paura di tuffarsi, di lasciarsi andare. (Vivere o morire)
  • Quelle scarpe giganti, un nodo alla gola. Ti guardano tutti, ma sei bella davvero. Per chi non sa che anche stasera hai gli occhi rossi e che quando va via il sole vuoi ballare a tutti i costi. Sei bella davvero. Quelle scarpe, una foto e il sorriso che non hai mai dimenticato. Ti sei vestita da circo e tutto quello che hai lo hai sempre rubato. (Sei bella davvero)
  • Da una parte la luna, da un’altra tu che dormi, Roma in una finestra chiusa. (Quello che siamo diventati)
  • La musica è troppo forte non si riesce a parlare. Sono troppi anni che perdi la voce per urlare per favore, per qualcuno che ha sempre qualcosa da fare. E ti guardano come fossero stranieri. (Ed è quasi come essere felice)

Frasi tratte dalle interviste di Francesco Motta

Da un punto di vista privato, Francesco Motta è legato all’attrice Carolina Crescentini. Insieme dal 2017, si sono sposati due volte: la prima a New York nel 2018 e la seconda a Grosseto nel 2019. Vivono a Roma e sognano di allargare la famiglia. Di seguito, vi presentiamo una selezione di frasi tratte dalle interviste che il cantautore ha rilasciato nel corso degli anni:

  • L’emotività può essere anche immaginata. Mi sono quasi messo a piangere su tutte le canzoni che ho scritto per poi piangere mentre le ascoltavo. Se così non fosse, sarebbe stato meglio fare un altro mestiere.
  • Io amo la velocità e New York City è veloce, ma paradossalmente la sua velocità può essere anche un po’ superficiale. Una cosa che mi ha sconvolto è quanto sia un frullatore di gente fondamentalmente sola. Detto questo, sono stato a contatto con musicisti di una professionalità e gentilezza che qui non ho mai visto. Io non sono esterofilo, difendo sempre questa nazione malata e assurda, però lì c’è un atteggiamento diverso ed è stato come se mi trovassi per la prima volta a casa mia.
  • Uno si deve sentire meglio dopo che ha finito una canzone, non si può sentire uguale. È impossibile.
  • Secondo me, il peggior modo per arrivare alle persone è cercare di arrivare alle persone.
  • La felicità sta nella sua ricerca. La spinta per arrivare alle cose è spesso più importante dell’arrivarci davvero.
  • Spesso nella mia leggerezza maschile non ho letto le cose che stavano accadendo intorno a me, ma vuoi o non vuoi molte sono uscite fuori e ci ho dovuto fare i conti. Io non penso che sia necessario dimenticare per andare avanti, credo sia necessaria l’accettazione delle trasformazioni, anche se io spesso ho fatto finta di niente. E quando finalmente trovi il coraggio di lasciarti andare succede che non hai più paura di piangere e stare troppo bene.
  • In adolescenza ti inventi dei mostri da sconfiggere, poi capisci che non sono mai esistiti. Dopo aver lasciato i Criminal Jokers, ho vissuto cinque anni in solitudine.
  • Stare su un palco è una grande responsabilità e non rinuncio all’idea di dire, per esempio, che l’omofobia è pericolosa.
  • Le canzoni devono smuoverti il cuore per forza, e i primi che devono provare qualcosa siamo noi musicisti. So che è romantica come visione, ma per me non ci sono alternative. È l’emozione che guida tutto e sono certo che anche Berlinguer si emozionava quando faceva un discorso politico.
  • Non sempre per fare questo lavoro hai a che fare con artisti, e per rimanere in piedi devi fare un grande lavoro psicologico e indurire la tua corazza.
  • C’è stato un legame fortissimo fin da subito (con Carolina Crescentini, ndr). Le ho chiesto di sposarmi almeno una decina di volte poi, un anno fa, l’ho portata nel posto in cui ci siamo conosciuti e mi sono inginocchiato porgendole l’anello. La prima risposta non è stata un “Sì”, ma un “Allora te sei matto veramente”.

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