Vi presentiamo una raccolta delle frasi più belle dei Finley, tratte sia dalle canzoni che dalle interviste che hanno rilasciato.
Famosissimi nei primi dieci anni del Duemila, i Finley hanno dominato le classifiche di quel periodo con diverse canzoni, una su tutte: Diventerai una star. Vi presentiamo una raccolta delle loro frasi più iconiche, tratte sia dai brani che dalle interviste che hanno rilasciato.
Le frasi più belle dei Finley
I Finley, band formata da Marco Pedretti (Pedro, voce), Carmine Ruggiero (Ka, chitarra), Ivan Moro (basso) e Danilo Calvio (Dani, batteria), si sono formati a Legnano, in provincia di Milano, nel 2000. La svolta è arrivata nel 2001 quando, notati dal grande Claudio Cecchetto, hanno realizzato il singolo Tutto è possibile, versione italiana di Make up your own mind.
Per anni, il gruppo ha lanciato canzoni che hanno occupato i primi posti delle classifiche: da Diventerai una star a Ricordi, passando per Tutto è possibile, Adrenalina e Sirene. Di seguito, una selezione delle frasi più belle tratte dai brani dei Finley:
- E finalmente so cos’è ciò che chiamano felicità è desiderare tutto quello che si ha. (Voglio)
- Ricordi di un anno, momenti che ti lasciano un sorriso ancora in più. Ricordi bellissimi, pensieri e sensazioni che ti danno ricordi. (Ricordi)
- Your hero can’t save me ‘cause we don’t live in happy ending movies. (Your Hero)
- Se lo vuoi tutto è possibile nulla è inafferrabile senza un limite. (Tutto è possibile)
- Forse a volte avrai dipinto tele senza alcun colore, spazi bianchi dove raccontare questo tuo dolore, forse è dalle lacrime che nasce l’opera migliore, forse quei dipinti tu non me li vorrai mai mostrare. (Domani)
- Un tempo senza fine, un’ora, un’eternità parole date al vento che il vento ci riporterà. (In questo istante)
- Fidati di me, il meglio arriverà, o ce lo andremo a prendere. (Il meglio arriverà)
- Sei lo sbaglio più bello che io abbia mai commesso lo sbaglio più dolce che ha dato a tutto un senso sei l’unica ragione che mi fa perdere la ragione l’unica paura che non ho. (L’unica paura che non ho)
- Non ti lascerò da sola ad affogare in tutte quelle tue paure, in quelle insicurezze che ti fanno male, male, male e non voglio che tu possa dubitare che all’interno del mio cuore esista quella cosa che ci fa volare. Io che sarei senza di te? Sei tutto quello che ho. (Mai più)
- Mi hai insegnato che un sorriso illumina ogni istante grigio della nostra età. (Sole di settembre)
- Senti gli occhi pian piano chiudersi come se fosse sonno ma è un dolore che rimarrà. (Per sempre)
- Mi manda fuori rotta la voglia che ho di te, è una crudele tentazione. (Sirene)
- Ho una valigia di speranze, quelle di una vita intera. (Il mondo che non c’è)
- È perfetta, mai banale, Lei difetti non ne ha, riesce sempre a soddisfare le mie necessità. È quel vizio che fa male a cui non rinuncerei, voglio solamente lei, solo lei, solo lei. (Lei)
- Quello che non ho: fiducia nella gente neanche un briciolo. (Se Cambia il Vento)
- Prima o poi so che impazzirò perché io ne voglio sempre sempre di più sono fatto per rischiare per non accontentarmi mai. (Adrenalina)
- Puoi reagire ma forse non è ciò che vuoi. Preferisci esser vittima, non guarirai. Non mollare è un consiglio o ti ridurrai fumo e cenere. (Fumo e cenere)
- Disegnerò ad occhi chiusi quei momenti che ricorderò come se fosse solo un’ora fa e lascerò che i miei pensieri ti tormentino, saranno lì per farti compagnia se vorrai. (Ad occhi chiusi)
- Ho una ragione per sorridere e una canzone per descrivere che cosa sarei senza di voi che nonostante le difficoltà mi avete sempre dato l’anima. (Qui per voi)
- Grazie a tutti quelli che hanno reso un po’ più dolci le difficoltà di un ragazzo come me così solo e abbandonato e senza pietà. (Addio)
- Quasi blu metallici, quasi come elettrici quegli occhi che ricordo anche se non li ho visti mai. (Scegli me)
- Io vivrò il più grande sogno: la Musica. (Diventerai una star)
- Come fa un equilibrista cammino lassù, guardo sempre avanti, mai giù, qui non servirà il coraggio la forza che hai, serve essere sicuri di non cadere mai. (Neve)
- Come soldati addestrati a lottare nei momenti peggiori, preparati nel caso a sparare i nostri sorrisi migliori. (Buona Fortuna)
- Un’altra come te, se non ci fosse la dovrebbero inventare. (Un’altra come te)
- Ho una promessa ancora buona e sono pronto a mantenerla, fare tutto in questa vita poi nell’altra si vedrà. (Il mondo che non c’è)
- Io non mi faccio i tatuaggi per sembrare figo, quando ero nato ce li avevo già. (Gruppo Randa)
- Le ragazze vogliono qualcosa in più, le ragazze vogliono vivere. (Le ragazze vogliono qualcosa in più)
- In questo mondo dei grandi noi giocavamo coi sogni per rifugiarci in un posto lontano da questa realtà. (Meglio di Noi non c’è Niente)
- Guardo sempre in alto, ma non vedo niente, poi mi guardo intorno, e vedo solo gente triste che mi fa male, triste che non ho più voglia di mangiare. (Dove Sei?)
Frasi tratte dalle interviste
I Finley hanno condotto anche alcuni programmi radiofonici, come Kiss Kiss my Ass su Radio Kiss Kiss e Complimenti per la trasmissione su Radio Monte Carlo. Di seguito, vi presentiamo una raccolta di frasi tratte dalle loro interviste:
- Noi siamo una band, quattro teste che devono trovare un punto di incontro.
- Stare lontani dai riflettori è stato un modo anche per capire cosa volevamo fare da grandi.
- In quel periodo facevamo fatica ad andare in giro o a fare le vacanze. I fan ci rincorrevano ovunque, vivevamo blindati. Sembravano le scene che avevamo visto in tv coi Beatles, ma quel mondo non ci rispecchiava per niente. In quel momento è scattato un rifiuto quasi fisiologico.
- Fino a ieri eravamo in una sorta di sala prove che è, di fatto, un capannone. Veniamo da lì, da contesti di provincia e per anni abbiamo mantenuto quell’identità da garage band.
- La sensazione che mi torna è quella dell’incoscienza totale di noi quattro, ragazzini, che vivevamo quelle situazioni gigantesche, tra festival europei o Sanremo, che ci è rimasta addosso anche in questo album. Cioè non cambiare a seconda dei contesti o di chi hai intorno. Siamo sempre quattro amici che si divertono a fare musica, non ci siamo mai montati la testa.
- Noi gli hater li avevamo dal vivo e pagavano pure il biglietto per venire ai nostri concerti. Adesso sono tutti troppo permalosi per un commento, ma forse non sanno cosa vuol dire ritrovarseli di fronte.
- Le canzoni sono sempre nate da cantine o sale prove. Negli anni il processo compositivo è cambiato grazie alla tecnologia e ognuno di noi ha sviluppato una propria identità, ma per chi fa musica in maniera analogica la sala prove è il posto dove nasce tutto, dove passi del tempo insieme. Noi nel 2002 il sabato andavamo al Circolone a sentire i concerti, durante la settimana qualche metro sottoterra provavamo i nostri pezzi.
- Nel 2006, ai tempi del nostro primo disco, era bellissimo vedere che tantissimi ragazzi formavano una band e acquistavano strumenti perché prendevano esempio da noi. Ben vengano i Måneskin e il ritorno della musica suonata.
- Non ti rendi mai conto di quanto sei vecchio se non di fronte a dei giovani.
- Ricordo gli aftershow degli MTV Music Awards che erano un disastro, come un folle show di Juliette and the Licks in un contesto a luci rosse e in un’atmosfera onirica per quanto avevamo bevuto e quello che aveva proposto. Poi ci sono tutti gli incontri epici nei backstage, da quello con Justin Timberlake o, in altri eventi, quando alle colonnine per le PlayStation ci siamo trovati a giocare di fianco ai Megadeth. Il bello di quei festival europei è che ti trovavi con artisti diversissimi che dietro al palco stavano tutti assieme. In un altro festival abbiamo giocato a calcetto con Kooks e Scissor Sisters.
- Nonostante l’impostazione della comunicazione dei nostri primi lavori, noi abbiamo sempre mantenuto la stessa naturalezza.
- Ricordo Giancarlo Magalli, che salutiamo affettuosamente, che da membro della giuria di qualità di Sanremo ci diede un bel 5 per gli outfit. E questo a me ha fatto molto male… Si fa per ridere, perché Magalli, con tutto il rispetto, non mi sembra un king degli outfit.
- Abbiamo avuto tante salite e tante discese, gestendoci in prima persona. Abbiamo lavorato tanto su noi stessi e il nostro rapporto, imparato a gestire i contratti, le grafiche e il resto. È stato l’ingresso nella vita adulta, la gavetta che non avevamo mai fatto.
- Se non ci crediamo noi, non ci crede nessuno. Magari chi ti sta intorno ti può aiutare, ma la scintilla deve partire da te. Sembra una banalità, ma per noi non lo era.