Vi presentiamo una selezione delle più belle frasi tratte dalle canzoni dei Nomadi, un gruppo che ha fatto la storia della musica italiana.
Fondati negli anni ’60 da Beppe Carletti e Augusto Daolio, i Nomadi rappresentano uno dei gruppi musicali più influenti e longevi della scena musicale italiana, con sessant’anni di attività ininterrotta. Con oltre 15 milioni di dischi venduti, sono il terzo complesso italiano più ascoltato di sempre, dopo i Pooh e i Ricchi e Poveri. Di seguito vi proponiamo una selezione delle più belle frasi tratte dalle loro canzoni.
Frasi tratte dalle canzoni dei Nomadi
La storia dei Nomadi inizia nel 1965, anno in cui pubblicano il loro primo singolo. Nel 1966 il gruppo ottiene il primo grande successo con “Come potete giudicar“, canzone che segna l’inizio di una fruttuosa collaborazione con Francesco Guccini. Nel 1992 è venuto a mancare lo storico fondatore Augusto Daolio: nonostante molti pensassero che ciò avrebbe segnato la fine della loro storia, i Nomadi hanno deciso di andare avanti, rinnovandosi con l’ingresso di nuovi elementi. Ecco una selezione di frasi tratte dalle loro canzoni:
- E sul tuo cuore, io riposerò, il tuo respiro è soltanto un attimo, che corre forte parla di noi, e non ha tempo di voltarsi mai, e come i sogni, che bruciano, dietro a un sorriso piano si nascondono, ed ho paura, di dirti che, io non ho niente, se non ho te. (Se non ho te)
- Se capovolgi il mondo, lo specchio ti riflette. (Lo specchio ti riflette)
- Ed è persa così senza capire appollaiato eri fragile se e non credevi più in te. (Ricomincia così)
- Oceano. Sei dentro di me, gigante di vendita. (Oceano)
- E poi, e poi, il vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere, ma qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere. (La canzone della bambina portoghese)
- Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi. Voglio pensare che ancora mi ascolti, che come allora sorridi. (Canzone per un’amica)
- È un Dio che è morto, nei campi di sterminio, Dio è morto, coi miti della razza, Dio è morto, con gli odi di partito, Dio è morto. (Dio è morto)
- Ma penso che questa mia generazione è preparata a un mondo nuovo e a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi. Perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge. In ciò che noi crediamo, Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo, Dio è risorto, nel mondo che faremo, Dio è risorto. (Dio è morto)
- Non dire niente, tra un minuto il giorno nascerà e l’uomo che io ero morirà. (Un giorno insieme)
- E l’estate va via, col suo carico di sale e di grano. E l’amore va via, vedi, sembra per sempre. (Toccami il cuore)
- E cade la pioggia e cambia ogni cosa, la morte e la vita non cambiano mai. (Per fare un uomo)
- Vedremo soltanto una sfera di fuoco, più grande del sole, più vasta del mondo, nemmeno un grido risuonerà. (Noi non ci saremo)
- Mai come lei, nessuna prima di lei, nessuna dopo di lei, nessuna dava il suo sorriso solo a me. (Ma come lei nessuna)
Frasi dei Nomadi
I Nomadi nel corso degli anni si sono distinti anche per il loro impegno sociale, testimoniato dai numerosi viaggi umanitari del gruppo alla scoperta del mondo degli ultimi, degli indifesi, dei deboli, negli angoli più nascosti della terra. Inoltre, i loro brani, spesso caratterizzati da contenuti sociali e politici, hanno segnato l’impegno del gruppo a favore delle battaglie per i diritti civili. Ecco un’altra selezione di frasi tratte dalle loro canzoni:
- Lunga e diritta correva la strada, l’auto veloce correva, la dolce estate era già cominciata. (Canzone per un’amica)
- Che sapore c’è ritornar con te, ho nel cuore l’amore insieme a te, ma con gli occhi rivedo ancora lui con te. (Un pugno di sabbia)
- Un giorno crescerò e nel cielo della vita volerò. Ma un bimbo che ne sa sempre azzurra non può essere l’età. (Io vagabondo)
- Un vecchio e un bambino si preser per mano e andarono insieme incontro alla sera. (Il vecchio e il bambino)
- Amico che cerchi il tuo paradiso, l’inferno lo vivi quando hai la paura, la benda che porti tu stesso hai voluto. (Un figlio dei fiori non pensa al domani)
- No, tu non credi più alle fate blu nessun tappeto ormai può portarti in cielo. Mille e una sera avrò. (Mille e una sera)
- Ho visto la gente della mia età andare via lungo le strade che non portano mai a niente cercare il sogno che conduce alla pazzia. (Dio morto)
- Per quando i nastri di pietra finiranno nel sogno e i secoli davanti e dopo saranno nel momento, in cui le cose sono. (Per quando noi non ci saremo)
- Mi chiederai perchè io apro le finestre nella notte buia, quando il cielo dorme. (Vivo forte)
- Credi, non ci rivedremo sai, perché non hai capito mai, che amare vuol dire soffrire. (Vai via, cosa vuoi)