Vi presentiamo una selezione di frasi tratte dalle canzoni più belle di Angelina Mango: da La noia a Fila Indiana, passando per Eccetera.
Grazie alla partecipazione ad Amici di Maria De Filippi 2023, Angelina Mango è riuscita a diventare un nome della musica italiana. In pochi anni, l’artista ha regalato ai fan canzoni che sono diventati tormentoni: da La noia a Che t’o dico a fa’, passando per Non sento più niente e Melodrama. Vi proponiamo una selezione di frasi tratte dai suoi brani più belli.
Frasi tratte dalle canzoni di Angelina Mango
Cresciuta a pane e musica, in quanto figlia dell’indimenticabile Pino Mango e di Laura Valente, Angelina Mango è riuscita a costruirsi una carriera in poco tempo. A darle la possibilità di farsi conoscere e amare è stata Maria De Filippi, che l’ha scelta per la 22esima edizione di Amici. Il Festival di Sanremo 2024, invece, l’ha resa una star, assegnando la vittoria alla sua canzone La noia. Poco dopo, con la partecipazione all’Eurovision Song Contest, pur non conquistando il podio, ha ottenuto un grande successo a livello internazionale. Di seguito, vi proponiamo una selezione di frasi tratte dalle canzoni più belle di Angelina Mango:
- Ti chiedo scusa amore mio. Se non amo le parole. Quanto amo te. Ti chiedo scusa amore mio. Se ti parlo di dolore. Ma non so cosa è. (Mani vuote)
- Abbiamo tutti una famiglia lontana che ci lascia la salsedine addosso. Abbiamo voglia di vivere, paura di morire. A volte il contrario, a volte solo voglia di fare l’amore. Io nelle cose mi ci butto di testa. Io come un sasso, tu la prossima onda. (Voglia di Vivere)
- Io giro di notte notte. Per le strade di Milano non mi so fermare. A volte grido forte forte. Per coprire sto silenzio che mi fa tremare. Hey, questa testa è un walkman, walkman. Che gira gira il cd mi taglia il cranio a metà, hey. Questa testa è un walkman, walkman. (Walkman)
- Così nella casa del mulino bianco. Io selvatica come il capo del branco. Ho sbranato a sangue freddo le emozioni più forti, prima del tempo. Prima che potessero opporsi, prima del tempo. Principessa di un castello caduto in rovina. Ho già l’anima salda di una regina, di una regina. E Milano mi accoglie senza troppe domande. Mi impone solamente l’ansia sociale. (Formica)
- Sento i passi trascinati dei giganti. Mentre parlano di vita, morte, spazio-tempo, pace, amore, eccetera. Eccetera, eccetera, eh (eccetera, eccetera). Forse il soffitto cederà, cederà, cederà, cederà, cederà. Forse il soffitto cederà. (Eccetera)
- Ogni volta è la stessa storia. Lascio per strada i sensi. E poi li trovo dentro la mia testa. Tra i miei rituali e i giorni persi. Oggi come stai? Sì, non c’è male ma. Sì, non c’è male ma. Come stai? Eh, sì, non c’è male ma. Sì, non c’è male ma, eh. (Rituali)
- E quando ti sveglio e mi guardi così. A me basta tutto questo. Mi basta restare in silenzio. E non ho più voglia di andarmene via, mhm. (Ci pensiamo domani)
- Se questo viaggio è un po’ più strano. Di come pensavamo. Quando eravamo io e te. E e e chiedo scusa. Se mi aggrappo alle tue dita. E divento una matita. E continuo a scrivere. Ti chiedo scusa. Se poi sono partita. Per prendermi la vita. Che scappava via da me. (Mani vuote)
- Certo anche quello non sarebbe male. Ma sai, oggi no, io vorrei avere soltanto il tuo aspetto. Per piacermi anche io quanto mi piaci tu che. Sei tutte le strade che non ho percorso. (Voglia di vivere)
- Mi sembra di impazzire. L’amore è tutto in testa? Oppure è nel vino a tavola O in un vecchio che muore in pace? Mi sembra solo di capire. Che tutto quello che ho fatto. Mi ha portato a te. E a me che comunque scappo. Perché son debole di cuore. Perché son debole di cuore. (Sono aggrappata a te)
- Nove maggio, m’hê lassat’. So’ rimasto sott’â botta, ‘mpressiunat’. Nove maggio, m’hê sciarmat’. So’ rimasto sott’â botta, ‘mpressiunat’, mmh. Nove maggio, m’hê scurdat’. T’hanno visto ca turnave ‘nzieme a n’at’. Nun me siente e nun me pienz’. Tengo ‘o core ca nun po’ purtá pacienz’. (Nove maggio)
- Perché dopo giorni, dopo giorni, dopo giorni. Non ricordo neanche come ti chiami, come ti chiami, boom. Servono giorni, dopo giorni, dopo giorni perché. Forse dopo tutto, dopo tutto, dopo tutto non rimane proprio niente di noi. (Vita morte e miracoli)
- Mi chiamano per nome, con il mio nome vero. Angelina Mango forse è troppo sincero. Ma non so nascondere chi sono e chi ero. (Walkman)
- Quando son nata nevicava pure se era aprile. E mi hanno dato un nome da nonna seduta in cortile. Forse era già scritto che sarei cresciuta in fretta. E che al momento di sbagliare sarei stata già vecchia. (Formica)
- Ormai ti amo e tu mi ami, eh. Se non lo vedi, metti gli occhiali, eh. E non diciamolo per scaramanzia, che. Non si sa mai, non si sa mai, però. (Che t’o dico a fa’)
Le più belle frasi tratte dalle canzoni di Angelina Mango
Le canzoni di Angelina Mango, così come i balletti con cui accompagna le esibizioni, fanno impazzire fan di tutte le età, tanto che spopolano sui social. Di seguito, un’altra selezione di belle frasi tratte dai suoi brani:
- Come se, come se, come sere d’estate. Che ti lasciano il segno. E lo so, e lo so, quanto vale un errore. Quanto è bello sbagliare. (Ci pensiamo domani)
- In salotto vestita da borghese perfetta. Barbie si spoglia salendo le scale lenta lenta. Arriva in camera, davanti allo specchio deve stare attenta. I complessi nella busta del Pueblo. (Walkman)
- Sono aggrappata a te. Con tutte le forze che ho. Mentre mi lavo le mani. La vita si scompone. Sono aggrappata a te. Con le braccia, con l’amore. Ti prego, non andare ancora via. (Sono aggrappata a te)
- Io vengo da lontano, direttamente dall’altra vita. Sparata, freccia di una corda tesa. Sdraiata, il mio corpo non fa fatica. E la mia mente è sempre forte come una formica. Come una formica, come una formica. (Formica)
- Se mi guardi resto sempre in posa. Mi vedo già vestita da sposa. Tutto così banale. Un mazzo di fiori sopra l’altare. (Vita morte e miracoli)
- Mi sento come la ragazza qui a fianco. Sta scrivendo al tipo, lo vedo dal suo sorriso. E mi sento come lei che ha bisogno soltanto del suo petto. (Voglia di vivere)
- Niente fretta, no, che mi stressa. Non la voglio quando torno in città. Tanto non mi importa. Ma, ma, male che vada. Ci pensiamo domani. E se nasce un problema poi scivola via, via. (Ci pensiamo domani)
- Ti guarderei continuamente. Comunque sia, ogni posto è casa mia. E siamo umani. E con le mani mi trascini via. (Che t’o dico a fa’)
- Poi mi dite c’hai vent’anni goditi la vita e non t’innamorare al massimo fai finta e sai che a quest’età ti devi divertire con lo zaino in spalla adesso puoi viaggiare. (Walkman)
- La terra è terra. Pure senza radici. Pure se non mi tiene attaccata a terra. E mi sporca i vestiti. Mo che te ne vai, ricordati della terra. (Fila indiana)
- E la mia anima, il mio calore umano. Li ho messi in frigo in un bicchiere di vetro di fianco al basilico. Per non lasciare che il mio restare in bilico. Potesse mettere a rischio tutto quello che ho dentro. Quindi lasciami pure questo è il mio corpo freddo. È solo un mezzo per sentire dolore. Per poter correre via dalla confusione in tempo. (Sono aggrappata a te)
- E oggi che ho scoperto che anche io sono un gigante. Non mi voglio addormentare. Faccio passi trascinati uno per volta. E le mie gambe sono lame. Mentre cerco di strapparti un po’ d’amore. Tra gli eccetera ed eccetera, ehi. (Eccetera)
- E con l’amore sto facendo una partita a scacchi. Il cavallo vuole andare fuori dai patti. Lo rincorro non cammino vado coi pattini. Sul ghiaccio io non scivolo neanche coi tacchi. (Va tutto bene)
- Ho deciso di far pace con te. Pure se mi hai lasciato sola. Ho deciso di far pace con te. Pure se mi hai fatto paura. (Fila Indiana)
- Dovevi fare un pezzo piano e voce. Adesso non capisco più chi sei. Dovevi farti il segno della croce. Prima di correre così veloce. Non puoi buttarti nel vuoto parlando di te. Avevo bisogno di raccontare la mia storia. La canterò in rima come un giullare di corte. Mi tolgo la corona e indosso scarpe a punta. Guarda l’orfana reale, si è annoiata a morte. (Formica)
- Le lunghe giornate, la pubblicità. Incollata sul tram, come i tuoi occhi su di me. Domenica dolce, che dolce far niente. E rimandare gli sbatti e tutte quelle storie tristi per stare con te. (Ci pensiamo domani)
- Stamattina stavo andando al lavoro. Ho pensato non sono come loro. Sono una penna stilografica. Inchiostro sulla pelle degli altri, un mezzo per dare un senso. Alla terra sporca sulle mani di chi scava nei problemi mentali. Torniamo polveri sottili, sottili intanto che torniamo bambini. (Voglia di vivere)
- Ti chiedo scusa amore mio. Se non ho saputo controllare. L’amore per te. E non ho più niente da dirti. Ti guardo che parti. E non riesco a fermarti. E non so più dove cercarti. Se dentro i tuoi sbagli o nelle mie mani vuote. (Mani vuote)
- Io non ho più fantasmi sotto le lenzuola. Io conto più fantasmi tra i banchi di scuola. Ho la tavola imbandita coi bastardi di Natale. Io ero un essere speciale ma non hanno avuto cura di me. L’amore è avere cura di me. (Fila indiana)