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Frasi iconiche di Franco Califano, tratte dalle canzoni e dalle interviste

Franco Califano

Vi presentiamo una selezione delle frasi più belle di Franco Califano, tratte sia dalle canzoni che dalle interviste.

Chiamato anche il Prevert di Trastevere, Franco Califano è stato uno dei nomi più importanti e rappresentativi del cantautorato italiano. Ci ha lasciato in eredità brani intramontabili e pensieri molto profondi: ecco una raccolta di sue frasi, tratte sia dalle canzoni che dalle interviste.

Frasi tratte dalle canzoni più belle di Franco Califano

Classe 1938, Franco Califano è morto il 30 marzo 2013, a causa di una brutta malattia contro cui combatteva da tempo. Le canzoni che ci ha lasciato in eredità, mai frivole e scontate ma profonde e inerenti argomenti di vita quotidiana o sentimenti dell’animo umano, sono sempre state apprezzate da generazioni diverse. Da Tutto il resto è noia a Me ‘nnamoro de te, passando per La musica è finita, Semo gente de borgata e Io nun piango: è quasi impossibile scegliere i suoi brani più belli tra gli oltre 1000 scritti.

Di seguito, vi presentiamo una raccolta di frasi tratte dalle canzoni più iconiche di Califano, scritte sia per altri grandi autori che per se stesso:

  • Poi dici cose giuste al tempo giusto e pensi il gioco è fatto è tutto a posto. Si, d’accordo ma poi… Tutto il resto è noia, no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia. Maledetta noia. (Tutto il resto è noia)
  • Core mio, core mio, la speranza nun costa niente. Quanta gente c’ha tanti soldi e l’amore no e stamo mejo noi che nun magniamo mai… Core mio, core mio, la speranza nun costa niente, se potrebbe sta’ pure mejo ma che voi fa’ per ora ce stai te, er resto ariverà… (Semo gente de borgata)
  • Se tu pentita ritornassi qui, cor nodo ‘n gola te verrei a aprì, convinto de volette ancora bene, ma nun te potrei di’ tornamo ‘nsieme, perché nun troverei nell’occhi tua, l’antico amore della vita mia, e te direi co’ tutta l’onestà, perché stai qui, che sei tornata a fà, è la malinconia… è la malinconia. (È la malinconia)
  • Un ricamo ner core sei te, un ricordo d’amore sei te, quattro gocce de pioggia dù raggi de sole sole sei te. Occhi azzuri de mare sei te, na serata tranquilla sei te, na montagna de neve, un bocciolo de rosa sei te, ‘n’ emozione improvvisa sei te, un vestito da sposa sei te, mille stelle impazzite, na notte de luna sei te, e na rondine a maggio sei te, e na foja d’autunno sei te, me ricordo de avette già detto che sei tutto te. (Un ricamo ner core)
  • Tu sai perché io vargo quarche cosa più de te perché ‘n sentimento lo rispetto quanno c’è, e l’amore è ‘n gioco che bisogna sapè fa, si io punto er core nun permetto de barà. (Quattro Regine, Quattro Re)
  • Chi ha toccato la mia colomba con le mani sporche di fango, stia lontano dalla mia serra, c’è una rosa che sboccia a fatica ed ha bisogno di cure. (Teneramente)
  • Tu di fronte a me, eppure c’è una diga tra di noi, tu vivi per te, io mi trascino e penso ai fatti miei, felici noi forse non lo saremo più, anche se poi, io non ti lascio e neanche tu, quale ironia, desideriamo di fuggire ma restiamo per morire in compagnia, piccola mia, questo silenzio quanto chiasso fà. (Felici noi)
  • Io piango, quanno casco nello sguardo de’ ‘n cane vagabondo perché, ce somijamo in modo assurdo, semo due soli al monno. (Io nun piango)
  • Trovato il paese, poi dopo fai presto, per l’auto al parcheggio, c’è un povero cristo, trapassa la piazza imbocca il viale, finché non incontri una rampa di scale, 300 gradini e arrivi al mio nulla, mi vedi trascino la mente che sballa, un sorso di mare, una lama di sole, per l’ultima spiaggia di un uomo animale, laggiù, dove mi hai spinto tu, sto io che aspetto il turno mio, ormai dal tempo antico dell’addio, ho solamente una gran voglia di morire, la solitudine, morire in solitudine. (L’ultima spiaggia)
  • N’amico nun ce stà, che me pò consolà sta sera, m’attacco a sta città, che s’è addormita già, da ‘n’ ora, cammino su de lei su stradi uguali a pelle scura, si poi se svejerà io certo nun je posso fa paura, Roma nuda, scusa si perdo lacrime pè strada, mal che vada fa finta che sò gocce de rugiada. (Roma nuda)
  • Non sei una santa, né io Gesù, ci manca Giuda e poi la scena, ma c’è l’ultima cena, in miniatura noi due zitti, gli occhi persi dentro i piatti, già hai risolto il problema, mi hai dato tempo per cambiare, l’ho sciupato per giocare, pago io di persona, senza recriminare, finiamo di mangiare… io ti perdo, poi mi perdo. (Ti perdo)
  • Mi manchi, ti telefono, ti scrivo, chiedo in giro di te, ma poi… Ogni giorno è diverso ma poi, batte sempre il ricordo di noi, vado fuori mi stanco e poi, tento nuovi progetti, faccio strane esperienze ma poi, basta un attimo vuoto e ci sei. (Ma poi)
  • Si d’accordo il primo anno, ma l’entusiasmo che ti resta ancora è brutta copia di quello che era. Cominciano i silenzi della sera. Inventi feste e inviti gente in casa così non pensi almeno fai qualcosa. Si, d’accordo ma poi. (Tutto il resto è noia)
  • Mi vien da ridere se penso a te, vestita in bianco col bouquet, con l’altro uomo sull’altare già pensi a chi te lo fa fare… (Una storia di più)
  • Vivere per vivere, per darti tutto ciò che vuoi, vivere per vivere con tutto quello che mi dai, e accorgermi di esistere soltanto quando vedo te, è ciò che vorrei. (Vivere per vivere)
  • Che bella cosa che sei almeno per gli occhi miei amarti è l’obbligo che ho e questo io farò. Come te è impossibile, come te è improbabile, come te se una c’è, passi pure da me. (Come te è impossibile)
  • Se avessi sbagliato le volte che han detto, direi col coraggio che ho dentro “lo ammetto”. Se mi vestissi da uomo pietoso, sarei meno odiato ma mi sentirei uno schifoso. Se fossi un ruffiano mischiato ai ruffiani… Ma vivo una vita che va come il vento, di ciò che faccio non mi pento, e passo il mio tempo scrivendo poesie, amando le mie malinconie, sogno le strade che portano al mare, chi è prigioniero invece muore, io sono un uomo che è stato tradito e per questo ora resto da solo, per certi pentiti per falsi poeti sarò solo. (Da solo)
  • Per una donna noi, facciamo i santi, i buffoni, gli eroi. Per una donna noi saremmo pronti a sfidare gli dei. (Per una donna)
  • Ma gli attimi d’ amore, cuciti sopra il cuore, il mare quelli non li porta via. (Uomini di mare)
  • Sono nato controvento e nella vita intanto canto, tra la strada e la finestra c’è una lacrima che resta, canto buio e luna piena, sempre prima fra le stelle nasce Venere ribelle, contro il tempo e senza età canto ancora la mia libertà, questa sera finalmente posso stare fra la gente, posso dire quello che mi va, per amore o per dispetto, forse è questo il mio difetto, non so vivere a metà. (Non so vivere a metà)
  • Per noi romantici, che usciamo ancora da un film d’amore con gli occhi lucidi, com’è possibile guardare il cielo verso la sera senza commuoverci, inevitabile poi perdersi in un tramonto color porpora, non è dicembre che da i brividi, però far l’amore senza amore no, poeti noi col cuore grosso al tempo stesso sicuri e fragili. (Per noi romantici)
  • Me ‘nnamoro de te se no che vita è, lo faccio ‘n po’ pe’ rabbia, un po’ pe’ nun sta solo. Come sta solo ‘n omo nella nebbia perché nun po’ parla’ manco cor cielo. (Me ‘nnamoro de te)

Frasi di Califano tratte dalle interviste

Franco Califano non è stato solo un autore eccelso, ma anche un pensatore che ha saputo toccare sia la dimensione filosofica che quella esistenziale. Non a caso, ha anche ricevuto una laurea honoris causa in Filosofia dall’Università di New York. Di seguito, una selezione delle sue frasi più belle:

  • Giovani lo si è sempre, se lo si vuole.
  • Io stavo lì e aspettavo le richieste dei grandi cantanti di allora. Posso fare un esempio in questo senso, di una canzone richiestami dopo che a fare il testo erano stati tutti. Nessuno era riuscito a fare il testo di questa canzone. Alla fine, si sono ricordati che c’era anche Califano a Milano, come ruota di scorta mi hanno chiamato all’ultimo, mi hanno fatto sentire questa musica. “Nessuno e riuscito a fare il testo. Probabilmente è una musica destinata a rimanere tale, solo musica, provaci tu”. Io amo i concorsi, quando c’è un concorso mi ci infilo dentro perché mi piace arrivare primo di brutto. E presi questa canzone, chiesi i testi di tutti gli altri colleghi o pseudo tali, li lessi, e capii dov’era l’errore di tutti, e feci una cosa per conto mio. Ci misi tre ore a scrivere Minuetto.
  • La donna romana è un problema, ti scordi la libertà. La milanese è più facile… se bussi ti fa entrare, senza problemi.
  • Io ho sempre scritto tutto da giovane, perché probabilmente ero vent’anni avanti. Sono sempre stato vent’anni avanti e lo sarò sempre.
  • L’orgasmo dell’uomo deve essere il piacere della donna.
  • Sono andato a letto cinque minuti più tardi degli altri, per avere cinque minuti in più per raccontare. Quindi sono un uomo raro.
  • A Milano conobbi Francis Turatello, il gangster. Ero stato in carcere e mi ero comportato da uomo, senza lacrime, senza rompe li cojoni e soprattutto senza fare la spia. Mi stimava per questo e diventammo amici: il bambino sulla copertina del mio disco Tutto il resto è noia è il figlio di Turatello, infatti. Lui voleva aprire una società di produzione cinematografica intestata proprio al figlio e a me, ma poi morì e nun se ne fece nulla.
  • Le canzoni sono mille quelle che ho scritto ma ci vorrebbe un’enciclopedia televisiva per citarle tutte o per raccontare la storia di tutte.
  • La romana è dura, è dura perché se la tira, senza motivo poi. La romana s’atteggia e nun se sà perché… mi ricordo sin da allora che la romana te chiede che macchina c’hai… vole sapè che macchina c’hai perché attraverso la macchina arriva alla tua posizione sociale…. c’hai li sordi? stai in bianco?
  • Prima facevo il poeta ed ho capito subito che di poesia si muore di fame, per cui ho trasportato le mie poesie in testi musicali.
  • Renato Zero non mi interessa. Lo conosco da quando ero piccolo. Secondo me non è un personaggio vero, è tutto costruito a discapito della buona fede dei giovani. Io ho troppo amato David Bowie perché possa amare un sottoprodotto di Bowie. Mi sta bene tutto, l’ambiguità, I’omosessualità, non ho tabù, ma proprio l’attività artistica di Zero non mi dà emozione. Nessuna.
  • Una volta Peppino di Capri mi chiamò. Mi disse che aveva bisogno d’una canzone, lui era un pochetto in calma nella professione e allora io con Claudio Mattone, grandissimo compositore, scrivo per lui la canzone pensata apposta per Sanremo, come si fa nelle officine, insomma, da mestierante. E scrivemmo Un grande amore e niente più che vinse il primo posto. Arrivò prima insomma, ecco.
  • Nella palude se sarva solo er coccodrillo.
  • Confessare a una donna di essersi masturbati pensandola è uno dei complimenti più belli che esistono.

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ultimo aggiornamento: 9 Settembre 2024 18:15

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