Lettera-denuncia di Frank Matano che ha raccontato la sua personale esperienza con la Camorra e a chi vuole imporsi con la violenza.
Siamo abituati a vederlo protagonista di gag divertenti ed estremamente ironiche, ma Frank Matano sa essere anche molto serie e profondo, specie se si affronta un tema delicato come la Camorra. Il comico e presentatore ha scritto una lettera-denuncia mettendo in evidenza la sua personale esperienza e lo ha fatto per ricordare Francesco Pio, il giovanissimo ragazzo ucciso perché colpito da un proiettile esploso da un suo coetaneo, sul lungomare di Mergellina, a Napoli. Il giovane che ha sparato, Valda, sarebbe il rampollo di una nota famiglia di criminali residente nella periferia ovest della città .
La lettera di Frank Matano per Francesco Pio
“Sono nato e cresciuto nella provincia di Caserta. Più di una volta ho assistito o vissuto in prima persona alla malevolenza gratuita di determinati ragazzi che hanno vissuto in determinate situazioni che li hanno portati ad essere in un determinato modo e questo ghirigoro inutile di parole si chiama camorra”. Inizia così il messaggio di Frank Matano pubblicato in un post Instagram.
“Lo Stato ha scelto di lasciare migliaia di ragazzi a loro stessi. Educati da persone che nella vita non hanno avuto la possibilità di autodeterminarsi, questi ragazzi sono cresciuti pensando di essere invisibili, pensando che l’unica cosa che si possa possedere sia l’onore. Non c’è altro […]”.
La lettera del volto tv prosegue: “Prendevo il pullman da Carinola fino a Sessa ogni mattina. Quasi ogni mattina cercavo di non incontrare un ragazzo che non era un camorrista ma voleva esserlo. Era amico di ‘figli di’ ma doveva dimostrare qualcosa di più al suo gruppo perché nelle sue vene scorreva sangue anonimo, insopportabile per un anonimo […]”.
Da qui l’episodio vissuto: “Questo mio coetaneo aveva scelto da maturo quindicenne di imporsi sugli altri. Quando scendevo dal pullman ci fermavamo mezzoretta in villa a Sessa prima di entrare in classe (2004). Ho fatto il linguistico. I miei compagni di classe con cui era in villa prima di entrare ogni mattina erano poco meno di dieci donne. Ho vissuto il matriarcato nella mia adolescenza. Ero al linguistico”.
“Stavo nel mio gruppetto, in villa. Questo ragazzo mi si avvicina e mi chiama ‘o suggettò’ che vuol dire ‘soggettone’ che vuole dire ‘tu che non ti imponi con la forza qui avrai problemi’. Non risposi alle provocazioni. Si avvicina sempre di più, siamo faccia a faccia, mi minaccia senza motivo, senza motivo, nessun motivo, zero motivi, non un motivo. Mi dà una testata secca sulla bocca. Così a caso. Senza motivo. Nessun motivo. Zero motivi. Non un motivo. Per ridere. Per fare la camorra. Era la sua personalissima fellatio ai cattivi”.
[…] “Questo messaggio è diretto ai ragazzi che vogliono imporre se stessi con la violenza. Non c’è nulla che vi fermerà . Neanche un morto. Neanche mille, di cui già non sappiamo più nulla. Fra un mese Francesco Pio sarà  uno di quelli. Niente di più. E chi l’ha ucciso sarà uno di quello. Niente di più. Nessuno protagonista. Torna l’anonimia. Resta il nulla. Resta il contrario della speranza. Restano solo dei ragazzi a cui non è permesso di vivere dignitosamente. Riposa in pace Francesco Pio. Riposa in pace fratello mio campano”.
Di seguito il post Instagram del volto tv: