Il tennista Fabio Fognini la sconfitta contro il russo Medvev non l’ha presa bene, e si è reso protagonista dell’ennesimo atto omofobo…
Che Fabio Fognini sia soggetto a scatti d’ira è cosa nota. Che perda la testa sul campo è un’altra verità universalmente riconosciuta. Però, Fognini, potevi almeno trattenerti dal pronunciare la terribile F Word…
Agli ottavi di finale contro il russo Daniil Medvev, in seguito a un errore Fabio Fognini ha proprio perso le staffe e si è messo ad imprecare contro l’arbitro di gara.
Sei un froc**, sei un froc**, qui c’è un froc**
Uno sfogo inaccettabile che non dà segno d’arrestarsi, perché dopo un attimo di respiro Fognini ripete l’insulto e lo di indirizza esplicitamente all’arbitro che assiste, inerme, alla scena.
Dammi questa palla. Sei un froc**, devi tirarle sopra la rete!
#Fognini “Sei un frocio, sei un frocio” 🤦🏻♂️ #Tokyo2020 #GiochiOlimpici pic.twitter.com/7veN7PSH9l
— Andrea Conti (@IlContiAndrea) July 28, 2021
I precedenti di Fognini:
Questi scoppi d’ira non sono nuovi a Fognini, che nel mese di aprile era stato squalificato nel corso di un torneo a Barcellona per aver insultato il giudice di linea. Ma la storia dei precedenti di Fognini è in realtà ben lunga e conta un’infinita serie di scivoloni: celebre il suo “Maledetti inglesi!” pronunciato a Wimbledon che gli costò squalifica immediata più una multa di 10mila sterline; non era da meno la frase “Zingaro di m***!” indirizzata al tennista serbo Krajinovic. Per non dimenticare gli insulti sessisti che rivolse alla giudice di gara, Louise Engzell, agli US Open del 2017 cui diede della “T***!”.
A quanto pare multe, punizioni e ammonimenti vari sono valsi a poco; Fognini è davvero incorreggibile. E a Tokyo 2020 è riuscito persino a dare spettacolo in Mondovisione, senza censure.
Il campione si era già definito una “testa calda”, scusandosi in passato per i suoi comportamenti. Più volte aveva detto, come a giustificarsi: “In fondo è solo una partita di tennis…” A poco valgono le giustificazioni, insomma, se lui stesso non comprende la gravità dell’accaduto, ma minimizza con una frase che ricorda la famosa “Tanto è solo un gioco…”
Stavolta però Fognini ha superato sé stesso e ha oltrepassato ogni limite. Non v’è dubbio che nell’Olimpiade dell’inclusione e delle bandiere arcobaleno ha scelto l’insulto proprio sbagliato.