Quali sono le più belle filastrocche dell’autunno?

Quali sono le più belle filastrocche dell’autunno?

Le migliori filastrocche dell’autunno: le poesie da insegnare ai bambini per dare il benvenuto alla stagione che accompagna verso l’inverno.

L’estate è terminata e come ogni anno lascia spazio all’autunno. Una stagione magica che sa regalarci nuovi colori, sempre più vividi, nuovi profumi, temperature gradevoli e anche l’avvio di tutte le attività che contraddistinguono le nostre vite fin dagli anni della scuola. Anche per questo motivo vale la pena di dargli il benvenuto come si deve. Magari insegnando ai nostri bambini le più belle filastrocche dell’autunno.

Per accogliere la nuova stagione, cosa c’è di meglio di una poesiola che descriva il cambiamento di colore delle foglie degli alberi, le sfumature dorate che solo in questo periodo dell’anno acquisiscono, la loro danza ipnotica mentre si adagiano elegantemente sul terreno. Ma quali sono le filastrocche più belle per questa stagione? Impariamole insieme.

Le migliori filastrocche dell’autunno

L’estate equivale al divertimento. Ci regala emozioni, gioie, riposo. Ma l’autunno non è da meno. Questa stagione incantevole ci invita infatti a godere di quei piaceri semplici ma imbattibili. Ci porta a lasciarci avvolgere da morbidi maglioni, da rassicuranti coperte. Ci fa riscoprire il gusto di una bella cioccolata calda, o di una passeggiata tra boschi coperti di foglie.

foglie in autunno

Una magia e un incanto che vengono colte e descritte da alcune filastrocche celebri e tradizionali, in grado di trasportarci in un mondo di fantasia, di farci sorridere mentre ci immergiamo in un momento di bellezza e di nostalgia. Ecco alcune delle più conosciute e apprezzate in assoluto:

– Foglie rosse, foglie gialle,
volan via come farfalle:
resta nudo l’alberello,
nudo, spoglio e poverello.
Ma verrà la primavera!
lo conforta l’uccellino
che venuto gli è vicino.
Fiori e nidi tu riavrai,
e in letizia canterai,
e con te canterò anch’io
lodi e grazie al buon Dio.

(G. Gasparini)

– Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle,
come tante farfalle
spensierate?
Venite da lontano
o da vicino?
Da un bosco
o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso
che vi porta via?

(Trilussa)

– Lassù sulle montagne
son mature le castagne;
nelle pinete tante pigne;
molti grappoli nelle vigne.
Raccolte son le prugne,
pere, mele e cotogne.
Si riposan le campagne.
Volan lontano le cicogne.

– Sentila soffia,
sentila sbuffa:
dolce ti graffia,
un’aria buffa.
Senti che voce,
senti che fiato,
vento veloce,
vento fatato.
Senti carezza,
senti spintone,
aria di brezza,
vento burlone.

(R. Piumini)

– Il gatto rincorre le foglie
secche sul marciapiede.
Le contende (vive le crede)
alla scopa che le raccoglie.

Quelle che da rami alti
scendono rosse e gialle
sono certo farfalle
che sfidano i suoi salti.

La lenta morte dell’anno
non è per lui che un bel gioco,
e per gli uomini che ne fanno
al tramonto un lieto fuoco.

(G. Rodari)

Altre famose poesie dell’autunno

Sono tante le poesie che possono presentarci l’autunno in tutto il suo splendore. Alcune sono apprezzabili anche dagli adulti, altre si rivolgono soprattutto a un pubblico di bambini, fondamentali per insegnare loro a innamorarsi anche del periodo dell’anno in cui ricomincia la scuola.

Se quelle che ti abbiamo fin qui proposto non hanno saputo ancora convincerti appieno, ecco altre filastrocche che potrebbero riuscire a entrare più semplicemente nel tuo cuore:

– Il vento sussurra scuotendo le foglie:
“Venite, mie care, l’inverno è alle soglie.
Vi stacco dai rami, soffiando, perché
un giro di danza farete con me”.

“Chi son gli invitati?”. “Son qui: sono cento
pupazzi di carta, volati col vento”.
“Chi suona l’orchestra?”. “Le rane del fosso:
e primo violino sarà il pettirosso”.

“Prendici, vento e non ti fermare;
tutta la notte vogliamo danzare!”.

(E. Zedda)

– Da un brullo rametto
cade l’ultima foglia.
La natura si spoglia
prima di andare a letto.

(M.L. Giraldo)

– Le foglie matte si lasciano andare
dal soffio del vento si fan trasportare.
C’è quella gialla che gioca a palla,
quella marrone che fan un bel ruzzolone,
c’è quella rossa che fa una gran corsa.
La foglia arancione vola come un aquilone.
Solo la verde si tiene ben stretta
Perché di cadere non ha proprio fretta.

– Senti i ricci?
Cadono e poi rotolano…

Senti il fruscio
delle foglie su cui cammini?

Senti gli uccellini
che ti dicono che presto
il tempo cambierà?

Vedi i colori
che spaziano dal giallo all’arancione?

Non è meraviglioso tutto ciò?
Dai, rifletti solo un po’

Nessuno mai potrà offrirti di più
e questo lo sai anche tu.

(M. Cabano)