Fiammetta Cicogna ha confessato durante un’intervista la fine del suo matrimonio con Carl Hirschmann e i motivi che si celano dietro.
Quella che doveva essere un’intervista sulla moda si è trasformata in una confessione sulla fine del suo matrimonio. Fiammetta Cicogna, al settimanale F, ha raccontato della fine dell’amore con Carl Hirschmann e di quello che non era più un matrimonio ma si era trasformato in una prigione.
Fiammetta Cicogna, la fine del suo matrimonio
La conduttrice Fiammetta Cicogna era sposata dal 2014 con Carl Hirschmann, un multimilionario svizzero nipote del fondatore della Jet Aviation. La coppia ha avute insieme due gemelle Gaia e Gioia, nate nel 2019. In un’intervista a cuore aperto sul settimanale F, la conduttrice si è confidata e ha parlato del difficile rapporto avuto con il marito e di un matrimonio che ben presto si è trasformato in una prigione.
Fiammetta ha raccontato di aver perso completamente la testa per l’uomo, e di aver messo da parte tutti i suoi progetti per stargli accanto in qualunque momento: “Sbagliando, ma in modo consapevole, mi sono dedicata totalmente al nostro amore, ai suoi spostamenti e al suo lavoro, abbandonando il mio per restare al suo fianco. Eppure, mi era chiaro da subito che un uomo così sarebbe stato un mal di testa, lo sapevo, ma mi sono lasciata comunque avvolgere. Ero innamorata persa e sono caduta nella solita trappola”.
Parlando del rapporto del marito con le altre donne, Fiammetta ha spiegato: “Le donne le ha sempre attirate. Non importava se c’ero io al suo fianco, anche con il pancione, arrivavano come api sul miele. Soprattutto quando abbiamo ripreso la nostra vita trasferendoci a Londra. Purtroppo, alcuni uomini hanno sempre bisogno di sedurre, una spiccata parte femminile che fa sentire le donne comprese. Da morire di gelosia“.
La loro love story, come racconta la 34enne, era partita nel migliore dei modi, con un lungo corteggiamento da parte di Carl, ma alla fine l’amore non ha retto lo scorrere del tempo ed è naufragato nel peggiore dei modi: “Mi ha visto a un’asta di beneficenza e mi ha puntata… lui si era fissato, è stato un martello per mesi fino a quando ci siamo messi insieme. Io avevo 26 anni, lui 34. Bellissimo, simpatico, interessante: resistergli era impossibile. Ma soprattutto è stato l’unico ad accorgersi del mio lato rock, a capire che nell’ambiente borghese di Milano ci stavo stretta. Infatti, Carl per me è stato libertà. Però, molto presto, è diventato anche la mia prigione”.