Femminicidio Alessandra Zorzin, il movente del killer resta un giallo

Femminicidio Alessandra Zorzin, il movente del killer resta un giallo

Continuano le indagini circa il femminicidio di Alessandra Zorzin: dal passato del killer emerge un altro episodio inquietante.

I carabinieri sono al lavoro per ricostruire gli avvenimenti che hanno portato alla tragica violenza che è costata la vita ad Alessandra Zorzin, giovane di 21 anni e mamma di una bimba di due. Sulla base di alcune testimonianze Marco Turrin, guardia giurata 38enne e unico indiziato, si sarebbe recato a casa della donna, che quella mattina non si era recata nel negozio di parrucchiere di Vicenza dove lavorava. Altri testimoni avrebbero sentito uno sparo, e poi visto un uomo allontanarsi in tutta calma a bordo di una Lancia Y nera. A incrociarne lo sguardo dopo l’omicidio è stata la titolare di una trattoria. “L’ho visto andare via, camminava con andatura normale, non di fretta, come se nulla fosse accaduto”.

In seguito alla caccia all’uomo che è culminata con il ritrovamento del cadavere di Turrin, morto suicida, le forze dell’ordine ancora faticano a comprendere il movente del femminicida.

Il passato di Marco Turrin

Dal passato della guardia giurata, nel frattempo, emergono particolari inquietanti. Nel 2005 era finito al centro delle cronache per un fatto legato a un’arma da fuoco. Aveva 23 anni quando, in auto con la fidanzata nel Padovano, dalla pistola di ordinanza, probabilmente sistemata senza sicura, partì un colpo che lo ferì di striscio. Un episodio che, tuttavia, non fu mai approfondito.