Fabio Volo confessa: “Ho salvato mio padre”

Fabio Volo confessa: “Ho salvato mio padre”

Fabio Volo ha fatto una confessione che nessuno si aspettava: il suo più grande successo è stato riuscire a pagare i debiti del padre.

Intervistato dal Corriere della Sera, Fabio Volo si è raccontato. Attore, conduttore radiofonico e scrittore, sono lontani i tempi in cui faceva enormi sacrifici per sbarcare il lunario. Papà di due figli, avuti dall’ex moglie Johanna, Fabio ha ammesso che la popolarità non l’ha cambiato più di tanto. Nella sua vita, il suo più grande successo è stato il riscatto economico che ha donato al papà Giovanni Bonetti. Prima che l’uomo morisse, Volo è riuscito a pagare tutti i suoi debiti e a donargli una casa dove trascorrere la vecchiaia.

Fabio Volo e i debiti del papà: “Un successo”

Per qualcuno il successo equivale solo ed esclusivamente ad avere una certa posizione economica. Per Fabio Volo, però, è qualcosa di diverso, seppur collegato al ‘dio’ denaro. Intervistato dal Corriere della Sera, ha ammesso: “Mio padre purtroppo ha sempre avuto grandi problemi economici, pignoramenti, sono cresciuto dentro questa bolla della povertà”.

Fabio Volo

Non che non ci fosse da mangiare, ma il non poter fare le cose. Quando sono stato fortunato abbastanza da aiutarli ho pagato i suoi debiti, ho comprato casa per loro e li ho mandati in pensione qualche anno prima. Il più grande successo della mia vita è stato quello”.

Fabio parla raramente della sua vita privata e il dettaglio sui debiti del papà era rimasto nascosto fino ad oggi. Il signor Giovanni Bonetti è venuto a mancare 5 anni fa. Era malato di Alzheimer ed è stato ricoverato proprio negli stessi giorni in cui è nato il secondogenito Gabriel.

Volo tra vita e morte, gioia e dolore

L’attore ha raccontato di aver vissuto un periodo strano, tra vita e morte, un misto di gioia e dolore. Da un lato era felicissimo per la nascita di Gabriel e dall’altro sapeva che suo papà Giovanni lo stava lasciando per sempre.

“È mancato cinque mesi dopo che è nato il mio secondogenito, Gabriel. Quando sono andato all’ospedale a Brescia perché Johanna doveva partorire, il giorno successivo lui è stato ricoverato. Andavo in un reparto dove ero padre e in un altro dove ero figlio, in situazioni opposte. È stata una esperienza intensa. Papà se n’è andato lentamente, aveva l’Alzheimer, in qualche modo non c’era già più”, ha raccontato Fabio.

Il rapporto con il padre è stato come quello che solitamente hanno i genitori con i figli, condito da scontri più o meno seri. Fabio Volo, però, è contento di essere riuscito a “ricucire” le vecchie fratture prima di doverlo salutare per sempre.