Fabio Canino e la morte della Carrà: “È uscita di scena senza spettacolarizzare nulla”

Fabio Canino e la morte della Carrà: “È uscita di scena senza spettacolarizzare nulla”

Lo storico giudice di Ballando con le Stelle, Fabio Canino ricorda la figura di Raffaella Carrà e di quanto è stato importante per lui e per la sua carrierabio Canino

Lo storico giudice di Ballando con le Stelle Fabio Canino, racconta dell’importanza di Raffaella Carrà nella sua carriera. L’attore e comico era un fan dell’iconica showgirl scomparsa il 5 luglio 2021, tanto da dedicarle lo spettacolo teatrale Fiesta in onore del noto brano cantato dalla Carrà.

Fabio Canino e l’importanza di Raffaella Carrà nella sua vita

Era il 30 dicembre, la prima volta Fiesta l’abbiamo fatta al Colosseo, era un teatro improvvisato e tutto pensavo fuorché si presentasse Raffaella Carrà“. A questo punto, la presentatrice mostra il video di repertorio in cui si vede Raffaella Carrà in collegamento da Carramba Che Fortuna per onorare lo spettacolo di Canino, che non riusciva a credere ai suoi occhi. Alla domanda su cosa lo aveva così tanto colpito della Carrà, Fabio dichiara: “Per me Raffaella è la televisione, quando ero piccolo era l’unico giorno che si poteva rimanere svegli, è la soubrette della porta accanto, era vicino a tutti non era irraggiungibile”.

Sul suo successo Fabio dichiara: “Raffaella è la prima pop star mondiale, lei era famosa davvero in tutto il mondo”. Il giudice di Ballando ha poi rivelato un dettaglio molto particolare del suo rapporto con la showgirl: “Ho spedito a Raffaella il mio libro Book, lei mi ha chiamato e mi ha detto che aveva comprato 40 copie del libro anche per gli amici”. Dopo aver percorso i bei ricordi della Diva, Fabio Canino ripercorre il ricordo doloroso della morte di Raffaella: “Della sua morte l’ho saputo il giorno stesso. E’ uscita di scena come una grande signora come ha vissuto, senza spettacolarizzare nulla. Questa è la differenza tra un grande artista e una persona qualunque.” Infine, Canino aggiunge: “Lei sapeva che la televisione era un lavoro e la vita era una cosa diversa”.