Ezio Greggio si è scagliato con un’invettiva al vetriolo contro i reality show ed altri contenuti Mediaset, che ha affermato di detestare.
A Il Secolo XIX Ezio Greggio ha rivelato di detestare molti dei contenuti proposti da Mediaset, in primis i reality show da lui descritti come “una manica di disgraziati buttati su un’isola o dentro a una casa”. Greggio ha osservato che la sua sarebbe una critica costruttiva “verso un’azienda a cui vuole molto bene”. Mediaset replicherà?
Ezio Greggio contro Mediaset: lo sfogo
Senza mezzi termini Ezio Greggio ha condannato aspramente la programmazione Mediaset, osservando quelli che sarebbero secondo lui i punti di forza di un buon contenuto televisivo e quali invece no. “Amo la tv rispettosa, fatta con autori, conduttori e professionalità. Detesto i reality e lo schiacciamento al basso che sta facendo Mediaset non mi piace assolutamente. (…) Credo sia una roba vergognosa e continuerò a dirlo: per forza poi il pubblico ti lascia e si cerca i film su Netflix”, ha dichiarato il conduttore a Il Secolo XIX.
Ezio Greggio è senza ombra di dubbio uno dei volti storici più amati dei canali Mediaset, che del resto non ha mai voluto lasciare. Per quanto riguarda la sua partecipazione al tg satirico di Striscia la Notizia infatti, il conduttore ha affermato:
“Non ho mai avuto la tentazione di lasciare Striscia la notizia. Io e Antonio Ricci siamo i ministri di questa che ormai è un’istituzione. Mi diverto molto, da 33 anni: l’affetto è sempre stato immenso e il pubblico non va mai tradito, va amato e rispettato.”
Lockdown all’Italiana: le critiche
Dal 15 ottobre Greggio sarà al cinema con l’ultimo film di Enrico Vanzina, Lockdown all’Italiana, che è già stato fortemente criticato dal pubblico social perché ironizzerebbe sulla pandemia che ha così duramente colpito l’Italia (e il resto del mondo) in questi mesi. Greggio ha difeso a spada tratta il lungometraggio assicurando che le critiche sarebbero giunte da “quattro gatti via social, il nascondiglio di persone vili, che vivono coperte da pseudonimi”, ha dichiarato a Il Secolo XIX.