Secondo alcuni studi scientifici, essere felici non sempre è un bene. Scopriamo perché.
Tutti vorremmo essere felici e trascorriamo la maggior parte della nostra esistenza a cercare di raggiungere la felicità, in un modo o nell’altro. Peccato che riuscirci a volte sia molto difficile, se non impossibile.
Secondo recenti studi scientifici, però, questo non è del tutto un male, anzi, essere molto felici potrebbe avere addirittura risvolti negativi. Vediamo meglio perché.
Essere felici non è un bene: ecco perché
A mettere in luce gli aspetti negativi della felicità è stato The Post Internazionale, che si è basato su una serie di ricerche scientifiche. La prima è quella del professore di psicologia Frank T. McAndrew, che ha spiegato sul sito The Conversation come cercare di essere felici sia inutile, perché l’essere umano è come “programmato” per sentirsi insoddisfatto.
Un altro studio, portato avanti dalla filosofa Jennifer Hecht, che ne ha parlato nel libro “The Happiness Myth”, ha evidenziato che esistono diversi tipi di felicità, in conflitto tra loro. In particolare, dobbiamo scegliere tra la felicità a breve termine e quella a lungo termine. Ad esempio, ottenere la stabilità lavorativa e avere un matrimonio di successo ci permette di essere felici a lungo termine, ma per raggiungere questo obiettivo bisogna rinunciare per anni a tante piccole cose che ci avrebbero dato felicità sul breve periodo, come stare con gli amici o viaggiare.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la difficoltà di associare la felicità al presente: la maggior parte degli esseri umani passa più tempo ad immaginare un roseo futuro o a ricordare i bei tempi passati, che a godere della felicità attuale.
Infine, e qui veniamo al punto cruciale, essere sempre felici e soddisfatti ci spingerebbe a non migliorarci mai. Un aspetto decisamente negativo, che bloccherebbe l’evoluzione della specie umana. Insomma, almeno secondo la scienza, è meglio essere felici solo per brevi periodi e trascorrere la maggior parte del tempo ad affannarsi per migliorare le cose, piuttosto che adagiarsi sugli allori.