Vi stavate chiedendo che fine ha fatto Enrico Papi? mentre lui esce con un nuovo singolo, scopriamo tutte le curiosità sul suo conto!
Il celebre conduttore di Sarabanda Enrico Papi il 27 Aprile è tornato a far parlare di sè con il singolo “#mooseca – Trikke Trakke“, creato in occasione dei 20 anni dalla prima messa in onda del quiz. Classe 1965, ha esordito in Rai alla fine degli anni ottanta, per poi passare a Mediaset a metà degli anni novanta. Ancora oggi lo ricordiamo per programmi di successo come Sarabanda, Matricole & Meteore, Il gioco dei 9, La pupa e il secchione e La ruota della fortuna
Ma non è finita qui: se non vedete l’ora di vederlo in azione, ci sono buone notizie! Enrico Papi tornerà alla conduzione dello show musicale Sarabanda su Italia 1: lo show andrà in onda da giugno.
Enrico Papi oggi, ieri e domani
Suo padre Samuele era commerciante d’auto, mentre la madre, Luciana, era possidente terriera. Ha anche una sorella di nome Loretta. Si è diplomato al Liceo classico presso l’Istituto S. Apollinare di Roma, e si è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza, senza mai laurearsi. Ci riproverà anni dopo con l’università Cepu (di cui è stato anche testimonial).
È sposato dal 1998 con Raffaella Schifino, dalla quale ha avuto due figli: Rebecca, nel 2000, e Iacopo, nel 2008. I due hanno una seconda residenza a Miami, negli Stati Uniti.
Esordisce come cabarettista, dove viene notato da Giancarlo Magalli.
È a Enrico Papi che dobbiamo il game show di Rai 1 Reazione a catena: lo ha scovato su una rete televisiva americana e la ha portato in Italia proponendolo (prima a Italia 1, che lo rifiutò e poi a Rai 1).
Nelle vesti di paparazzo ha litigato con Beppe Grillo, Paolo Bonolis, Raffaella Zardo, Mike Bongiorno, Andrea Roncato e Mara Venier, come riporta Wikipedia. Proprio per via della sua insistenza nell’inseguire i personaggi famosi è stato oggetto di minacce verbali e fisiche.
Nell’aprile 2012 è stato citato in giudizio per mancato pagamento di 99.000 euro di tasse e fu condannato in primo grado a sei mesi di reclusione nel marzo dell’anno seguente.